Bilancio, problemi di “numeri” per Ciaramella

di Nicola Rosselli

Domenico CiaramellaAVERSA. Entro quaranta giorni da giovedì scorso, giorno in cui la giunta ha approvato la bozza di bilancio, il consiglio comunale di Aversa sarà chiamato ad approvare lo strumento di programmazione economica, pena lo scioglimento del consiglio stesso.

Una bocciatura che significherebbe pure far saltare il nuovo contratto con il Consorzio GeoEco ed in particolare il piano per la raccolta differenziata dei rifiuti che, giuridicamente, non potrà partire fino a quando non sarà approvato il bilancio che contiene la destinazione specifica dei fondi. Un’ipotesi che fino a qualche mese fa sembrava folle e che ora sembra sempre più materializzarsi. Per il sindaco azzurro della città normanna, Mimmo Ciaramella, si tratta dei quaranta giorni più lunghi dei suoi sei anni di amministrazione. Giorni nei quali dovrà accertare se ha ancora in consiglio comunale una maggioranza di consiglieri che possano appoggiarlo. Dopo che la maggioranza ha “acquistato” diversi rappresentanti dell’opposizione: Giovanni Tirozzi, Stefano di Grazia, Adolfo Giglio e Rosario Capasso, ha potuto contare su ben ventitre consiglieri comunali dei trenta presenti in consiglio. Si parlava di un civico consesso praticamente alla mercé del centrodestra. Ma, dopo la latente crisi amministrativa iniziata immediatamente dopo le elezioni comunali di maggio 2007, con il conseguente varo di un “Ciaramella bis”, composto da persone di fiducia dei maggiorenti di Forza Italia e in particolare del primo cittadino, si sta assistendo sempre più ad una vera e propria rivolta contro questo esecutivo. Le lamentele maggiori vengono da Alleanza Nazionale dove i consiglieri comunali non ci stanno alla giunta del sindaco e, dopo aver dato mandato al senatore Gennaro Coronella di mediare, affermano: “Non è possibile che il sindaco Ciaramella si sia preso il lusso, in piena campagna elettorale per le politiche, di nominare una giunta tecnica (di fatto una sua giunta, visto che ha fatto tutto lui), tenendo fuori esponenti che hanno raccolto consensi elettorali tra i più rilevanti come i nostri due rappresentanti presenti in giunta: Giampaolo dello Vicario e Luigi della Valle. Crediamo sia opportuno un incontro per chiarire una situazione che necessita la rivalutazione del ruolo della politica”. Affermazioni che non lasciano dubbi sulla volontà dei seguaci di Gianfranco Fini. Ma accanto ai cinque consiglieri alleanzini và sommata anche quella parte del Gruppo della Libertà che fa capo ai due assessori “trombati”: Nicola de Chiara e Antonio di Santo con i tre consiglieri comunali a loro vicini: Nicla Virgilio, Stefano di Grazia e Giovanni Tirozzi. E siamo ad otto consiglieri ai quali debbono aggiungersi i tre dell’Udc che le mutate situazioni nazionali hanno portato ad essere di fatto fuori dalla maggioranza. Ossia, dai ventitre iniziali si scende, a conti fatti, a dodici consiglieri (otto di Forza Italia, due del Gruppo della Libertà, uno del Nuovo Psi, uno dei Popolari Normanni). Insomma, Ciaramella ha bisogno di convincere almeno tre consiglieri comunali della bontà del suo esecutivo pseudo-tecnico. Riuscirà sicuramente a farlo. Passerà indenne anche questo ennesimo scoglio. Ma rimane da vedere quale sarà il prezzo da pagare per questo traghettamento verso l’approvazione del bilancio. Probabilmente, così come avvenuto nella prima consiliatura Ciaramella, assisteremo all’ennesimo tourbillon di giunte ed assessori.

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