Aversa città d”arte e cultura?

di Redazione

AVERSA. Dal 4 aprile 2008 è proiettato nelle migliori sale cinematografiche italiane il controverso film “Juno”, rivelazione agli Academy Awards di quest’anno.

Difatti, nonostante l’assenza di un qualsiasi nome di grido (se si esclude la sceneggiatrice, la chiacchieratissima – in America! – Diablo Cody e il regista Jason Reitman, famoso per il delizioso “Thank You For Smoking”, che sfido almeno il 90% dei lettori a conoscerlo, però) ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, premio non da poco in un’epoca e in un’arte dove la quasi totalità delle pellicole di successo sono tratte dalle trame di classici della letteratura o da bestseller. Eppure ad Aversa non se n’è neanche odorata la traccia. E così è stato anche per l’ultimo gioiellino di Woody Allen, “Sogni e Delitti” e per l’ultimo film di Sidney Lumet, “Onora il Padre e la Madre”, mentre altri grandi film della stagione, da “American Gangster” di Ridley Scott (e sottolineo Ridley Scott, con Denzel Washington e Russell Crowe protagonisti!), “Sweeney Todd” di Tim Burton, “Io Sono Leggenda” con Will Smith, “Non è un Paese per Vecchi” dei fratelli Coen (il più premiato agli Academy quest’anno con quattro statuette – possibile che ad Aversa riesca a durare così poco?) sono stati in programmazione per una settimana o anche meno, quasi sempre al cinema Vittoria, come se ci fosse ansia di fare presto spazio ai vari “Questa Notte è ancora Nostra”, “Parlami d’Amore” eccetera, i campioni d’incasso qui in città. E’ vero che se sono questi i campioni d’incasso ad Aversa sarà perché gli avventori di cinema aversani hanno preferito, probabilmente per non distrarsi troppo mentre erano intenti a pomiciare con il partner o chiacchierare con gli amici e, quindi, se tu, brontolone di un articolista, hai smanie da cinefilo, vattene a Marcianise al Maxi, dove tra l’altro si sta molto meglio che al Metropolitan o al Cimarosa, considerando pure la stagione teatrale, ancora una volta desolante, dei due teatri (che, per chi se lo fosse dimenticato, sono gestiti entrambi dallo stesso proprietario, Renato della Valle) e le famose ambizioni provinciali della città “Normanna” (che è stata anche Angioina, Aragonese, Spagnola, Borbonica e Italiana e sempre grande, cittadini!), qualche riflessione mi viene da fare. Una città che si consideri tale e vuole pure proporsi come capoluogo di una provincia deve anche avere uno spessore culturale non superficiale, degno del nome e prevalente almeno sulle culture municipali degli altri centri della provincia. Tralasciando ovviamente Napoli, con la quale non può esserci confronto, la nostra “rivale” campanilistica, Caserta ha ospitato nel suo Teatro Comunale gli spettacoli di Vincenzo Salemme, Alessandro Haber, Maurizio Casagrande, Tosca, Giovanni Veronesi, Rocco Papaleo, Toni Servillo, Flavio Bucci, Gino Rivieccio. A Sant’Arpino ci sono stati in questi anni Giorgio Albertazzi, Dario Fo, ancora Casagrande ospitati in un bel cine – teatro qual è il Lendi. Ad Aversa chi c’è stato? Giacomo Rizzo, Irene Grandi, Biagio Izzo, di nuovo Casagrande che, col suo “Io, Speriamo che Me La Cavo”, chissà se se l’è cavata ad Aversa?! E’ possibile che una città come questa non abbia un complesso cine – teatrale multisala come il Maxi o il Lendi, abbia una biblioteca pubblica tanto piccola, sguarnita e deserta, tre musei neanche troppo modesti, ma quasi dimenticati, queste programmazioni cinematografiche e queste stagioni teatrali e pensare che basti per una esotica Mostra Biennale d’Arte per segnalarsi come polo culturale degno di un capoluogo di provincia?

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