L”acqua di Trentola Ducenta meglio delle imbottigliate

di Redazione

Mena Moretta e Antonio MarraTRENTOLA DUCENTA. Un vecchio adagio diceva che “l’acqua di Trentola non era in grado di cuocere i fagioli”, forse vero, colpa dell’acqua che proveniva dai pozzi, forse uno dei soliti sfottò che tra paesi confinanti si era soliti fare.

Comunque la situazione dell’acqua della città di Trentola Ducenta non è certo quella tramandataci dallo storico refrain. Il pubblico dibattito “La Banca dell’Acqua”, ci tengono gli organizzatori a definirlo tale, messo in essere dall’associazione Arcobaleno-Uniti per Trentola Ducenta, ancora una volta ha fatto centro, uniche assenze rilevate quelle degli amministratori dei comuni limitrofi, invitati in forma ufficiale, ma comunque forse poco interessati alla problematica che si è voluta mettere sul tappeto. La Biblioteca Comunale ha fatto da accogliente luogo di questa interessante chiacchierata che brevemente andiamo a sintetizzare.

Le frustate di Mena Moretta – la professoressa Mena Moretta, casertana componente del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, fa trasparire tutta la sua passione per l’argomento che ha trattato , “si scrive acqua si legge democrazia…”. La sua è una difesa a spada tratta , senza mezzi termini e senza peli sulla lingua a favore dell’acqua pubblica, bene essenziale ed irrinunciabile. Parte da una disamina articolata sulle problematiche della presenza di acqua sul pianeta terra, per arrivare alla nostra acqua, mettendo in risalto le storture di un sistema, quello delle acque regionali e nazionali che è molto simile allo sfacelo della gestione rifiuti. Consorzi, benefici per i politici, poca organizzazione, ancor meno impegno pubblico, con il grande spettro della privatizzazione, che ormai in molte regioni del nord, anche di sinistra, è fatto compiuto. L’appello della “Giovanna d’Arco delle acque” nostrana è quello di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche ed i cittadini a difendere questo bene unico.

I brindisi di Antonio Marra – Antonio Marra, napoletano, docente di Laboratorio Chimico, presenta lo studio fatto sull’acqua prelevata nei quattro punti cardinali della città di Trentola Ducenta. Uno studio che fondamentalmente ci rinfranca, l’acqua dell’acquedotto che serve la comunità è ottimale, anzi sicuramente migliore di tante acque minerali imbottigliate che spesso non indicano tutte le caratteristiche (circa 65), previste per una buona qualità del prodotto. Massima attenzione pone il professore sull’assenza totale dalle acque locali di nitriti e solo tracce di nitrati ( che il decreto Craxi aveva innalzato da 30 a 50 mg/litro), segno evidente di una bontà dell’acqua analizzata veramente importante. Unico rilievo quella presenza di calcio costante di tutto l’agro aversano, che porta alla formazione di calcare e all’alone nelle pentole allorquando si cucina. Comunque tutto sommato un’acqua con la quale brindare “sicuramente”.

Il distretto di Francesco De Paola – L’ingegnere del dipartimento di idraulica dell’Università di Napoli, Federico II, Francesco De Paola, compaesano, porta una serie di studi sul fenomeno certamente più importante delle reti idriche non solo nostrane, le perdite. Perdite che in alcuni comuni del sud arrivano fino al 70% e che a Trentola Ducenta e nell’intero agro aversano raggiungono cifre intorno al 40-50%, una quantità enorme di sprechi che tra l’altro per la particolarità del territorio, rappresenta anche un grave rischio idro-geologico. Il messaggio è chiaro, già mettere mano sugli sprechi significherebbe avere dei risparmi colossali, allontanando lo spettro di bollette salate e il solo pensiero alla privatizzazione. L’esempio efficace è quello del lavoro che proprio l’Università di Napoli sta facendo nel quartiere di Ponticelli a Napoli, con una mega rete di distribuzione per una popolazione almeno cinque volte più grande di quella di Trentola Ducenta. Ridurre quindi le perdite e migliorare la qualità della rete, un impegno che parte da Trentola Ducenta per aggregare anche i comuni viciniori in una discorso comune sulla gestione del patrimonio acqua, vero “oro blu” degli anni che verranno. Non manca una sottile critica al fatto che lo stesso Comune non sia riuscito a dare una pianta della rete di acque e fognature agli organizzatori del convegno, una pecca che lascia un tantino di amaro.

L’impegno del sindaco Nicola Pagano, sindaco della città, ha voluto prendere un impegno preciso, quello di proporre al suo Consiglio Comunale un atto deliberativo che imponga all’amministrazione al rispetto dell’acqua pubblica, bene universale e comune. Ha altresì riportato i recenti interventi proprio per l’acqua che hanno visto una revisione delle bollette, ma anche una gestione immediatamente futura che vedrà il pagamento sul consumo reale e non su forme presuntive di massima.

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