Intervista ad Ernesto Capasso

di Redazione

Ernesto CapassoSANT’ARPINO. Ernesto Capasso, candidato della lista “Alleanza Democratica per Sant’Arpino”, è stato senza ombra di dubbio negli ultimi anni fra i protagonisti della vita pubblica santarpinese, come uno dei più accesi oppositori della giunta Savoia.

Docente e consulente aziendale, è in politica dal 1975 ricoprendo più volte la carica di assessore e vicesindaco. Quando il Centro Sinistra a livello nazionale non era null’altro che un mero progetto futuristico, Capasso è stato uno dei precursori di tale idea, attuandola concretamente nella comunità atellana.

Signor Capasso dopo cinque anni di intenso scontro politico siamo arrivati al redde rationem con le elezioni del prossimo 13 e 14 Aprile. Perché i santarpinesi dovrebbero “scaricare” Savoia e fidarsi di Alleanza Democratica per Sant’Arpino? “Perché non c’è stato un, e dico uno solo, campo in cui sotto la giunta Savoia che la nostra comunità non abbia fatto la fine del gambero, retrocedendo invece di avanzare. L’opera di distruzione politica e amministrativa portata innanzi in questi anni è palese e sotto l’occhio di tutti, come evidenti sono i nomi di coloro che sono stati complici di tale realtà, primo fra tutti l’ex segretario della Margherita, amico fidato dell’attuale sindaco, Salvatore Maisto. Un processo che oltre a disgregare il rapporto fra glia amministratori e gli amministrati, ha portato allo sfaldamento della coalizione e dei partiti del centro sinistra. Due sono i casi emblematici che cito a mo’ di esempio. Il primo riguarda l’ormai ex Margherita che quando era guidata anche dal sottoscritto era arrivata a contare nove consiglieri comunali, caso unico in tutta la provincia di Caserta. Ebbene la stragrande maggioranza di quei consiglieri prima o dopo hanno finito con il prendere le distanze da Savoia e dal partito, spiazzando lo stesso sindaco che a lungo è rimasto senza partito. Ancora più emblematica è a mio avviso la motivazione con la quale Roberto Iavarone, assessore ai lavori pubblici per l’intera consiliatura oltre che componente dell’assemblea nazionale e della segreteria provinciale del PD, ha deciso, finalmente, prendendo coscienza della gestione familiare, di lasciare il Savoia e non ricandidarsi affermando che non vi erano le condizioni politiche in quanto l’attuale maggioranza non può certamente sperare nel consenso popolare. Dichiarazione alquanto pesante che deve portare alla riflessione i cittadini. A questo punto mi chiedo ma quale Partito Democratico rappresenta Savoia, forse quello del suo sottoscala, contornato dei soliti amici e parenti?”.

I vostri avversari vi accusano di non aver un programma, ma di essere tenuti insieme solo dalla volontà di mandare a casa Savoia? “Nulla di più falso. Prima di tutto perché abbiamo sempre dimostrato coi fatti che la nostra opposizione nasce da posizioni eminentemente politiche e non ha nulla di personale. Contestiamo le modalità con le quali in questi anni è stata gestita la cosa pubblica. L’errore fondamentale a mio avviso è stato l’aver sempre ed esclusivamente puntato sui, molto, sull’esecuzione di grandi progetti approvati dalle passate amministrazioni per spartirsi i soliti incarichi al solito studio tecnico, abbandonando il centro storico e le periferie (Zona Castellone, Piazzetta Paradiso e le zona Starza) e l’aver dimenticato la cosiddetta ordinaria amministrazione. Il nuovo esecutivo guidato da Eugenio Di Santo dovrà mettere al centro della propria agenda per i primi sei mesi proprio gli interventi che riguardano la viabilità, la sicurezza, i trasporti, l’illuminazione e proprio gli interventi nelle aree periferiche che possono sembrare banali e privi di appeal ma che, indubbiamente, sono quelli più richiesti dai cittadini”.

Al di là degli interventi di ordinaria amministrazione, come li ha definiti, quali saranno i punti caratterizzanti della vostra azione di governo? “Prioritario sarà per noi “investire” sui giovani che rappresentano senza ombra di dubbio la risorsa più importante che abbiamo. Vogliamo privilegiare, senza nessuna discriminazione, le professionalità locali che sono state escluse negli ultimi anni ad eccezione dei soliti noti del circuito Savoia. Parimenti necessario sarà sostenere le realtà imprenditoriali, commerciali ed artigianali locali evitando di ricorrere sistematicamente a imprese provenienti da fuori paese, a differenza dell’amministrazione Savoia che non l’ha coinvolte né in gare né in subappalti. È evidente che solo così facendo si potrà garantire una crescita economica ed occupazionale. Altro intervento che si annuncia impellente è quello che riguarda la riqualificazione della macchina comunale, che deve necessariamente passare attraverso una valorizzazione delle professionalità presenti all’ interno della pianta organica che comporterà inevitabilmente una riduzione consistente del ricorso alle consulenze esterne (comprese portaborse, segretari particolari, auto blu e altri benefit) con conseguente enorme risparmio per le casse civiche, e con tali risparmia si potrà investire in progetti per la collettività, fra cui ad esempio l’acquisto di un’autoambulanza fornendo un servizio utilissimo, avvalendosi del volontariato, per la popolazione e iniziative similari per garantire standard di vita migliori alla cittadinanza. Va trovata una soluzione definitiva del decennale problema degli LSU. Insomma come scritto nel programma di Alleanza Democratica per Sant’Arpino è indispensabile un ribaltamento a 360° gradi della politica amministrativa, per tornare a fare esclusivamente gli interessi di tutti i santarpinesi e ristabilire la vera democrazia”.

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