Un gel salverà il mondo?

di Redazione

Alessandro SanninoForse al sud non tutto è perduto. Un brillante scienziato di nome Alessandro Sannino, le Università di Lecce e di Napoli fanno sperare in un futuro migliore per la nostra Terra.

Alessandro Sannino, un giovanissimo ingegnere chimico barese, nato nel 1972, laureatosi nel ‘96 presso l’Università di Napoli e in questo periodo ricercatore presso l’Università di Lecce, è l’autore d’alcune importanti scoperte. Quella che sembra maggiormente destinata a cambiare la vita di milioni di persone è l’IDROGEL. La prima a brevettarlo è stata la multinazionale svedese di prodotti per l’igiene della casa: Sca Moenlicke. Il contratto d’acquisto del brevetto stabilisce, però, che l’inventore italiano continui ad utilizzare il prodotto per qualsiasi altro scopo.

Ma cos’è? A cosa serve? L’Idrogel, come riporta il brevetto, che porta anche la firma del professor Luigi Ambrosio del Centro Nazionale delle Ricerche di Napoli e del professor Luigi Nicolais dell’Università Federico II di Napoli (Ministro per le Riforme e dell’Innovazione nella Pubblica Amministrazione) è un materiale super assorbente dalla formulazione innovativa, completamente biodegradabile e assolutamente biocompatibile. L’Idrogel è in grado di assorbire una quantità di liquido fino a mille volte il proprio peso. Pensate che solo un solo grammo di questo materiale si “beve” più di un litro d’acqua. Come potete ben immaginare, le applicazioni sono innumerevoli.

Addirittura alcuni scienziati ritengono che l’utilizzo intensivo degli idrogel superassorbenti potrebbe portare alla sconfitta della fame in vaste aree del mondo. L’utilizzo della tecnologia potrebbe essere d’aiuto nello sviluppo agricolo dei Paesi del terzo mondo, mediante la creazione di serre in cui i gel, mescolati alla sabbia, trattenendo enormi quantità d’acqua, favorirebbero la coltura d’ogni tipo di specie vegetale commestibile. Grazie all’interessamento del Sottosegretariato Generale delle Nazioni unite e del segretario dell’Escwa (Commissione economica e sociale per l’Asia occidentale) Mervat Tallawy, in Libano sono già da tempo, in via di sperimentazione, le tecniche agricole che utilizzano questo gel.

Alessandro Sannino riceve il Premio EurekaAltre importanti applicazioni sono quelle in campo medico, nella manutenzione delle aree verdi e nel settore dei rifiuti. In medicina gli idrogel sono utilizzati come supporti per la rigenerazione del tessuto nervoso periferico, nella rigenerazione di pelle, ossa e denti. Nelle diete, l’assunzione dell’idrogel contribuisce a diminuire il senso della fame. È ingerito prima dei pasti, sotto forma di polvere inserita all’interno di capsule. Queste capsule una volta ingerite si gonfiano grazie all’assunzione di un paio di bicchieri d’acqua e generano un forte senso di sazietà in quanto occupano più della metà dello stomaco. L’Idrogel non è assorbito dall’organismo e segue il classico percorso alimentare, fino a quando non avviene la sua naturale espulsione.

In giardinaggio è utilizzato per la manutenzione di parchi, prati e campi da golf (il metodo d’irrigazione usato attualmente mantiene l’umidità nei prati per lunghi periodi, favorendo la crescita di funghi in grado di alterare il percorso della pallina). Serve, inoltre, alla coltivazione ottimale delle specie vegetali perchè consente di dosare con la massima precisione ed il minimo spreco sia l’acqua sia le varie sostanze nutrienti. Mescolato con l’acqua si mette attorno alle radici. Conserva l’umidità per lungo tempo. Favorisce il rilascio di sostanze nutrienti e fitofarmaci per tutto il tempo che uno desidera.

Nel settore ambientale potrebbe essere utilizzato per l’assorbimento e lo stoccaggio del percolato generato dai rifiuti urbani, uno dei problemi di maggiore difficoltà che assilla chi si occupa dello smaltimento dei RSU. Il percolato, infatti, si forma grazie all’infiltrazione dell’acqua nei rifiuti o per la decomposizione degli stessi. Purtroppo il percolato prodotto dalle discariche di solito ha un alto tenore di sostanze inquinanti organiche e inorganiche. Può contenere pericolosi inquinanti, non ultimi i tristemente famosi metalli pesanti. Basta una goccia di percolato per infestare qualsiasi ambiente. Ecco perché bisogna trovare un rimedio efficace per il suo smaltimento. Ed è proprio quello che si prefigge la Confindustria di Caserta che, per dimostrare la bontà del prodotto brevettato da Sannino, ha inviato a Napoli una delegazione che, davanti ad un folto gruppo di giornalisti ed ai vertici della struttura del Commissariato speciale per l’emergenza rifiuti: vice prefetto Reppucci e ingegner Giangrasso, ha fatto diventare solido, nell’arco di pochi minuti, mezzo litro di percolato puzzolente. La sostanza liquida è stata inglobata dal gel che, oltre a consentirne la manipolazione come un qualsivoglia rifiuto plastico, ne ha anche soppresso l’insopportabile odore. La delegazione, composta da Ferdinando Petrella, Antonio Cavaliere, Antonio Arricale e dallo stesso Sannino, su richiesta di alcuni imprenditori casertani, ha inteso proporre alle autorità preposte alla risoluzione dell’annoso problema dei rifiuti, l’adozione dell’Idrogel per risanare le centinaia di migliaia d’ecoballe che, proprio per colpa del percolato e dell’orribile odore che emana nessuno vuole “ospitare” nelle proprie terre.

Ma l’utilizzo dell’Idrogel non finisce qui. La sostanza superassorbente potrebbe essere usata nelle discariche, dove le grandi quantità di percolato prodotto creano enormi problemi di smaltimento. Ricordiamo che un solo grammo del gel è in grado di assorbire più di un litro di liquidi. Un chilo d’idrogel può “stabilizzare” più di una tonnellata di sostanze putride. Grazie al polimero “fagocitaliquidi” il percolato, quindi, invece di essere “depurato” per finire nei fiumi e, in seguito, nel mare, potrebbe essere con gli opportuni controlli “gassificato” nei Dissociatori Molecolari, senza grossi pericoli per la salute dei cittadini.

Ma chi è Alessandro Sannino?


È nato a Bari nel 1972, ha conseguito nel 1996 la laurea in Ingegneria Chimica presso l’Università di Napoli e nel 2000 il PhD in Ingegneria dei Materiali presso l’Università di Napoli e di Seattle. Attualmente è ricercatore presso l’Università di Lecce. È titolare dei corsi sui materiali polimeri e non metallici. È Visiting Scientist presso il MIT di Cambridge. Fondatore di “Accademica Lifescience”. Coordina e partecipa a numerosi progetti di ricerca. È autore di oltre decine di pubblicazioni sulle più importanti riviste scientifiche internazionali. Ha registrato 6 brevetti internazionali e 8 nazionali.

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