L’Italia non sta in piedi ed oggi non può rialzarsi

di Redazione

crisi economicaPer fortuna l’Istat inizia ad essere più coerente del solito ed ammette che i prezzi di largo consumo, quelli di prima necessità, fanno registrare un’impennata dell’inflazione al 4,8%.

Nel frattempo si continua a dire che i conti pubblici vanno bene, quelli dello Stato certamente, mentre quelli delle tasche dei cittadini e delle piccole e medie imprese non godono di ottima salute. Come mai questo paradosso? Gli slogan elettorali fanno eco a questo stranezza, da un lato Walter Veltroni va in giro dicendo che l’Italia è già in piedi, mentre dal canto suo Silvio Berlusconi invita l’Italia a rialzarsi. Ci sarebbe da sorridere tantissimo. Come si può dire ad una persona che sta a terra “alzati”,quando la stessa persona ha una frattura a tutte e due le gambe e in nessun modo può reggersi in piedi? Come si fa a non sorridere quando si gira per le città e si trovano questi due “bellissimi” slogan elettorali. L’Italia non sta in piedi e non è nella possibilità di rialzarsi. È un infortunato grave al quale occorre una serie di terapie d’urto per fargli guarire le fratture riportate in quindici anni di cattivi Governi. Ho trascorso il pomeriggio di sabato per vari centri commerciali e supermercati per toccare con mano lo stato di salute dei cittadini prima di queste elezioni, in modo che dopo la tornata elettorale possa valutare le eventuali dicerie del nuovo governo che, per vantarsi,sicuramente dirà che l’Italia sta bene,invece la realtà è sempre ben diversa dalle solite lusinghe. La gente nei grandi centri commerciali faceva il giro tanto per perdere un po’ di tempo, al massimo comprava un gelato o una pizzetta ai bambini. La percentuale di persone che facevano grandi compere era irrisoria, rispetto alla marea di pubblico che circolava. Ho visto tante persone ai discount fare la spesa settimanale o mensile e posso garantirvi che si limitavano a beni di prima necessità, lasciando sugli scaffali prodotti superflui che avrebbero soltanto fatto crescere l’ammontare del totale. Ho chiesto perché avevano preferito il discount rispetto ad un supermercato di grande distribuzione dove ci sono prodotti di marca, e la maggior parte delle persone rispondeva: “I prodotti di marca sono proibitivi, qui troviamo prezzi convenienti, i prodotti sono buoni, soprattutto c’è un grande risparmio ed è quello che a noi interessa. Nei grandi supermercati ci andiamo soltanto quando ci sono le offerte”. Quello che più mi ha stupito: molte persone entravano con in mano già la lista della spesa bella compilata, in modo da non sforare la somma destinata per la spesa alimentare, comprando solo e soltanto lo stretto necessario. Ho fatto un giro per i negozi nelle città…che desolazione! Erano completamente vuoti, poche persone entravano per fare acquisti. Sono rientrato sconfortato perché ho visto tanta rassegnazione nei volti delle persone, costrette a vivere in silenzio questo momento difficile.Si deve stare attenti anche ad uscire con la macchina, un costo che va ponderato bene. Ogni cittadino deve fare i conti prima di mettere piede fuori casa, altrimenti rischia di non arrivare alla metà della terza settimana, poiché la quarta è andata a farsi benedire da un bel po’ di tempo. Non si può andare avanti così, veramente chi vince le elezioni ha il dovere di ricominciare tutto daccapo,pena ritrovarcicon un Paese non più moribondo ma morto e sepolto sotto la povertà. La mancanza di vendite porta inevitabilmente alla chiusura di tante imprese, cosache corrisponde all’aumento della disoccupazione. Non solo le famiglie sono in difficoltà, anche le imprese sono costrette a diminuire il personale. L’economia italiana ogni giorno subisce un rallentamento, le cause sono chiare: i cittadini non hanno più a disposizione le risorse necessarie per poter spendere, tutto quello che si fa oggi viene speso soltanto per le cose di prima necessità, alimentari e tasse. In questo treno pieno d’incertezza viaggiano un po’ tutti, l’economia italiana ha bisogno, innanzitutto, di riconquistare il potere d’acquisto che si è perso. Bisogna riportare un equilibrio tra quello che si guadagna e quello che si deve allo Stato per far rimanere nelle tasche dei cittadini e delle imprese più soldi possibili, in modo che si rimetta in moto il circolo di danaro che faccia risalire i consumi e gli investimenti da parte delle imprese. Per fare ciò il prossimo Governo deve essere improntato sul risparmio della spesa pubblica in tutti i settori, soprattutto eliminare i cinque punti percentuali del Pil che riguardano il costo della politica. Dai risparmi ottenuti bisogna ricavare le risorse economiche per fare investimenti indirizzati alle famiglie e alle piccole imprese. Queste due categorie sono state sempre il volano dell’economia italiana, che senza di esse muore. Abbandonarle è stato un grave errore, oggi ne paghiamo le conseguenze.

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