Gli italiani e il voto: autolesionisti o distratti?

di Redazione

Bertolt BrechtEugen Berthold Friedrich Brecht è unanimemente considerato il più influente drammaturgo, poeta e regista teatrale tedescodel ventesimo secolo.

Nella sua opera letteraria “Esilio” scrisse: “Segavano i rami sui quali erano seduti. E si scambiavano a gran voce le loro esperienze, di come segare più in fretta. E precipitarono con uno schianto. E quelli che li videro, scossero la testa e continuarono a segare”. Così apparirebbe, ad un visitatore occasionale, il comportamento degli italiani, quando si parla loro di politica e/o elezioni. Sappiamo tutti che il “tifo politico” è un male incurabile del quale sono affetti milioni di connazionali e comprendiamo, perfettamente, come questo male impedisce loro di capire cosa realmente fanno. Non riusciamo, però, a capire come non si rendono conto che sono proprio loro quelli che stanno “seduti sul ramo” che, con un semplice tratto di matita inchiostrata, sta per essere “segato”. A nulla serve metterli in guardia. A niente valgono le argomentazioni di quelli che, come noi, “vivono” sotto quei rami e hanno paura, quindi, di frantumarsi la testa per colpa dei “boscaioli distratti”. Gli italiani sono fatti così: sordi, ciechi, ma per niente muti. Quando si tratta di politica diventano tutti ciarlieri. Dalla casalinga di Voghera al pensionato di Catanzaro è tutto un “florilegio” di compiaciute assicurazioni. “Ti garantisco che dopo le elezioni, il costo della benzina scenderà ad un euro”. “Io ti assicuro che Pinco Pallino aumenterà le pensioni del 100%”. “Questa volta ho deciso di cambiare…voglio provare l’altro schieramento…sono sicuro che taglieranno le tasse”. Un minuto dopo il “taglio del ramo” e la conseguente rovinosa caduta, invece di fare una doverosa autocritica e recitare il “mea culpa”, l’italiano medio inizia ad accusare il vicino di casa, il collega, l’amico, il parente, chiunque meno se stesso, per quanto è accaduto. “Sono sicuro che ha votato per Caio, pur sapendo che è un ladro matricolato, perché gli hanno promesso un posto di lavoro per la moglie”. “Sono certo che Sempronio non ha fatto votare Tizio (persona perbene o quasi) perché sotto sotto è sempre stato dell’altro partito (quello dei lestofanti)”. “Ah… io la prossima volta voto scheda bianca, li voglio intossicare…”. Invece, ad ogni tornata elettorale si sente un frastuono di “rami segati” e ogni volta gli elettori si ritrovano con la testa fasciata e le gambe spezzate, perché sono ricaduti nello stesso identico errore: segare il ramo dove sono seduti loro e non quello dove sono seduti i soliti politicanti corrotti, pregiudicati, bugiardi, vanitosi, infingardi, ignoranti, inaffidabili, viscidi, insignificanti, mafiosi, camorristi, ladri, approfittatori e voltagabbana. Eppure basterebbe mettere un semplice segno di matita sulla scheda giusta per evitare disastrosi salti nel buio. Il problema, per i “boscaioli” impegnati a segarsi il ramo sul quale stanno appollaiati è quello di capire quale “cacchio” è la scheda giusta. E qui, forse, i mezzi di comunicazione di massa dovrebbero aiutarli a capire chi realmente si accingono a votare. Dovrebbero rivelare, come fanno in altre nazioni, che il politico Tal dei Tali è implicato in un grosso scandalo sessuale. Che l’altro è impelagato, da anni, in truffaldine speculazioni finanziarie. Che quel altro ancora, non ha mai pagato più del 10% di tasse, rispetto al vero reddito percepito, eppure rompe continuamente le “balle” sbraitando come un forsennato contro le tasse troppo alte per le sue tasche. Il fatto è che se i direttori di telegiornali o grandi organi di stampa si decidessero, una volta e per sempre, a pubblicare queste notizie, i rami sui quali sono stati “appoggiati” momentaneamente sarebbero segati con una tale velocità e contemporaneità che il frastuono, conseguente la rovinosa caduta, sarebbe davvero assordante. Tanto che anche gli italiani più “sordi” sarebbero costretti ad esclamare: “Questo sì che è uno schianto…”. “Altro che Bertolt Brecht…”.

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