Berlusconi come Padoa Schioppa, una battuta di cattivo gusto

di Redazione

Silvio BerlusconiTommaso Padoa SchioppaSarà lo spirito allegro che ha Silvio Berlusconi ma le sortite, a volte, lo trascinano verso battute di cattivo gusto. Quella fatta alla precaria, ad esempio, poteva essere risparmiata.

Già ci pensò una volta il Ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa ad offendere i giovani con un sonoro “Bamboccioni”. La precarietà in Italia è un danno per i giovani, costretti a vivere nelle case dei loro genitori fino a 35/40 anni poiché non sanno come fare per mettere su famiglia. Il lavoro vero, quello che la classe dirigente italiana di centrodestra e centrosinistra dovrebbe garantire alle nuove generazioni, non c’è. A parte tutti i problemi che questo Paese ha, il lavoro rimane uno di quelli irrisolti. Tutte le formulecostruite nel corso degli ultimi quindici anni non hanno sortito nessun beneficio. La precarietà ed il lavoro nero sono e rimangono un tassello nero di una società che di moderno non ha più niente. Cosa si garantisce ai milioni di ragazzi che tra pochi anni si affacciano prepotentemente nel modo del lavoro? Stipendi da fame, una stabilità che non gli consente di costruirsi un futuro e la distruzione del sogno di costruirsi una famiglia, considerati i tanti problemi che essa comporta. Certo è che la ragazza, precaria, che si è sentita rispondere “Sposa un milionario o il figlio di Berlusconi”, lo farebbe volentieri. Francamente chi non sposerebbe il figlio di Berlusconi, anche senza amore? Sicuramente l’amore è un fattore fondamentale della vita e non può essere messo in sordina per un mero potere economico. Forse è proprio questo principio che è andato perso nella società moderna, il vero concetto della parola amore inteso come rispetto verso le persone. Non c’è più stima per quel sentimento naturale che nasce dalla passione tra due persone ed è suggerito dal cuore. Questo ha costruito la politica: una mancanza di rispetto per valori umani che hanno eretto intere generazioni. Ora tutto si vuole stravolgere, boicottando tutti i valori che sapientemente si sono costruiti. In primis il valore della famiglia che a tutti i costi si vuole mettere sotto banco, facendo posto a cose che stanno distruggendo, non solo la società italiana, ma il mondo intero. Anche fare una battuta sullo stato d’insofferenza dei giovani può essere considerata una perdita di valori che chi sta economicamente bene non può in nessun modo capire. Per far stare bene i giovani non serve un matrimonio d’interessi ma piuttosto serve che quel matrimonio nasca dal frutto dell’amore e, soprattutto, che quell’amore venga eretto con delle condizioni che gli permettono di poter sopravvivere alle insidie della società. Come? Semplicemente mettendo in condizione i giovani di mettere su famiglia, avendo le garanzie di poter portare avanti ciò che vogliono costruire. Innanzitutto bisogna ricominciare con l’edilizia pubblica destinata ai giovani: senza mutui costati come si sente in giro in questi giorni. Lo Stato ha il dovere di garantire un tetto per le nuove famiglie e costruire il futuro lavorativo ai ragazzi, attraverso una detassazione massiccia per le imprese, mettendole in condizione di poter assumere a tempo pieno e non più con sistemi che alimentano la precarietà. Ripristinare la meritocrazia eliminando i favoritismi volti a garantire i voti per la classe politica. Le battute lasciamole da parte, facciamo i fatti che sono molto meglio dell’umorismo politico.

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