Puzza, il grido delle famiglie ortesi: “Ora basta!”

di Redazione

Basta!ORTA DI ATELLA. Nonostante le continue proteste di centinaia di famiglie, continua ad Orta di Atella il problema della “puzza”. Proprio in questi giorni il fetore nauseabondo si è sentito ancora più forte e molte sono state le persone costrette a ricorrere a cure mediche per forte vomito.

E” ritornata alla memoria la trascorsa estate quando, con una temperatura di circa 40 gradi, anziani e bambini erano costretti a dormire con le finestre chiuse. Gli odori, dopo accertamenti tecnici avviati dal Comune, furono ritenuti provenienti dallo stabilimento Eurocompost, chiuso con apposita ordinanza sindacale. Da un mese a questa parte il problema si è ripresentato e molti, tra i cittadini ortesi, ritengono che il fetore provenga di nuovo dalla ditta in precedenza chiusa. Due settimane fa, in un convegno pubblico sul tema dell’ambiente, il sindaco Salvatore Del Prete ha sottolineato il suo impegno per la risoluzione del problema. Molti, però, si chiedono perché il primo cittadino non emani una nuova ordinanza di chiusura per l’azienda ritenuta responsabile. Gli stessi ortesi definiscono lodevole l’iniziativa del monitoraggio ambientale del territorio affidato al dipartimento dell’Università di Caserta ma condannano, allo stesso tempo, il silenzio (anche da parte dei partiti di opposizione) che esiste intorno al fenomeno. Per i cittadini ben vengano le proteste contro la cementificazione del territorio e l’abusivismo, su cui vi sono numerose inchieste della magistratura, ma allo stato la priorità è, appunto, la questione della “puzza”. Un appello, dunque, è quello che gli ortesi rivolgono ad associazioni ambientaliste e partiti politici affinché si interessino del problema.

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