Via al recupero dei fondi dell’area Pip

di Redazione

Aree PipCASALUCE. Era stata presentata come il baluardo dello sviluppo economico del paese, eppure l’area degli insediamenti produttivi, che avrebbe dovuto ospitare le piccole e medie imprese, resta ancora nel limbo delle buone intenzioni non attuate. Dei sette miliardi delle vecchie lire stanziati dalla regione Campania per la realizzazione della zona Pip, il Comune di Casaluce non ha ancora beneficiato.

Tuttavia, adesso, dopo quasi un decennio, sembra che il contributo stia per essere accordato, anche se il progetto iniziale dovrà quasi sicuramente subire delle sostanziali modifiche. I commissari prefettizi, infatti, hanno avviato un tavolo tecnico per decidere una nuova localizzazione dell’area Pip e hanno annunciato che la decisione rientrerà nell’ambito delle linee guida che saranno adottate per la redazione del piano urbanistico comunale. I commissari straordinari hanno manifestato chiara la volontà di investire l’ulteriore tempo di gestione, che è stato loro concesso con un recente decreto del consiglio dei ministri, in un riassetto urbanistico del paese. Il territorio casalucese è in forte espansione, ma il piano regolatore vigente non risulta più adeguato a rappresentare le esigenze di crescita. La maggior parte delle case vengono realizzate in maniera illegale nel borgo San Lorenzo, l’area al confine con Aversa, che non rientra nelle zone dove sarebbe consentito costruire. Per quanto riguarda invece l’insediamento delle attività produttive, la situazione predominante, nella loro distribuzione, è di totale confusione. Secondo il progetto iniziale, ad ospitare l’area Pip doveva essere l’arteria di confine con Teverola, ossia via Piro consortile, che collega anche al canale dei Regi lagni. Una strada che oggi, tra capannoni abusivi e rifiuti nocivi, si presenta come roccaforte dell’illegalità e non certo – questa è l’aspettativa delusa – come il simbolo del riscatto economico e sociale di Casaluce.

Il Mattino (ALESSANDRA TOMMASINO)

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