Studio rifiuti-malattie, al via prelievi di sangue e latte

di Redazione

 L’Istituto Superiore di Sanità ha affidato alla Regione Campania lo studio sulla ricerca di contaminanti organici nel sangue e nel latte materno della popolazione campana.

Un primo passo, tangibile, anche se alquanto tardivo, sulla correlazione tra rifiuti e smaltimento di sostanze tossiche e stato della salute di quanti, noi compresi, abitiamo in Campania. Ogni prelievo di sangue ed i relativi esami da effettuare ha un costo medio di circa 2.000 €, che si abbassano a circa 1.200 € grazie al supporto del Ministero della Salute. Nei 13 comuni interessati dallo studio dovranno essere effettuati 780 esami ad altrettanti cittadini per un costo complessivo di 936.000 € a cui dovranno poi sommarsi i prelievi di latte e i costi di personale e spese varie per una spesa complessiva che dovrebbe di poco superare il milione e mezzo di euro. Ma quali sono gli obiettivi dello Studio che prende il nome di SEBIOREC (studio Epidemiologico Biomonitoraggio Regione Campania) ? l’obiettivo principale è quello di verificare il livello di esposizione della popolazione residente in Campania a contaminanti persistenti ed indagare le relazioni tra fattori di rischio ambientale, alimentazione, carico corporeo nei campioni studiati e caratteristiche specifiche rilevate a livello individuale e collettivo. Gli esami del sangue e del latte della mamme che hanno partorito di recente dovrà quindi accertare.

1) l’esposizione a sostanze tossiche ed altre esposizioni

2) la correlazione tra patologie ed esposizione a sostanze tossiche (tumori, malattie del sistema nervoso, malattie dell’apparato genitale maschile e femminile, disfunzioni della fertilità, malattie respiratorie in età infantile e pediatrica)

3) gli indicatori di salute riproduttiva nelle donne

4) le abitudini di vita (specie alimentari), i fattori socio-economici e altri potenziali confondenti

5) i parametri indicativi la percezione del rischio

Vi saranno ben 78 gruppi di soggetti, ogni gruppo composto da 10 individui per 780 soggetti complessivi, cui sarà effettuato un prelievo di sangue e 5 gruppi , ognuno composto da 10 donne per 50 prelievi di latte complessivi. I prelievi saranno effettuati nelle tre fasce individuate così come riportato: – fascia o zona A ad alto rischio che comprende i comuni di Caivano, Aversa, Villa Literno, Acerra, Giugliano in Campania, Castelvolturno e Marcianise ( solo in questa fascia saranno effettuati anche i prelievi di latte nei comuni di Caivano, Aversa, Acerra e Giugliano). – fascia o zona B a medio rischio che comprende i comuni di Nola, Maddaloni, Qualiano e Villaricca – fascia o zona C a basso rischio che comprende i comuni di Casapesenna, Mugnano di Napoli e Brusciano. In pratica 14 comuni di cui ben 4 appartenenti all’area dell’ASL Ce2 di Aversa. Cosa sarà cercato nei campioni ? il Laboratorio del reparto di Chimica Tossicologica del Dipartimento Ambiente dell’Istituto Superiore di Sanità viene chiamato a determinare in sangue e latte prelevati la presenza ed il dosaggio eventuale di poli-cloro-dibenzo-diossine , poli-cloro-dibenzo-furani, policlorobifenili, polibromodifenil eteri, alcuni metalli pesanti come cadmio, mercurio, piombo ed altre sostanze chimiche presenti negli atti della Conferenza di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti conosciuti tecnicamente quali POPs (Persistent Organic Pollutants). Il rapporto finale e la presentazione dei risultati dovrebbe avvenire, secondo il cronoprogramma proposto dallo stesso Istituto Superiore di Sanità tra i mesi di Dicembre 2008 e Gennaio 2009. Già da fine febbraio le varie ASL interessate dovrebbero essere pronte ad avviare prelievi e redazione dei questionari da somministrare ai cittadini. Forse , anzi certamente, il primo lavoro serio, epidemiologicamente parlando, su correlazione tra discariche, rifiuti urbani e rifiuti tossici presenti sul nostro territorio ed incidenza di malattie gravi. Un lavoro che più di dieci anni fa già aveva tentato di produrre la Magistratura di Santa Maria Capua Vetere cercando di trovare un nesso di causalità tra discariche abusive e incidenza dei tumori nella zona dell’agro aversano, all’epoca però si trattava solo di dati empirici non collegati ad alcun rilievo biologico. Di certo qualche perplessità sulle scelte dei comuni sorge, anche se il progetto si dice aperto e i comuni che vorranno rientrare nello studio potranno farlo , a proprie spese, in qualsiasi momento. Resta poi la perplessità delle indicazioni fatte da qualche sindaco dell’agro aversano che continua a riportare ad alta voce che dall’indagini sanitarie alla fine risulterà che i rifiuti non sono fonte di malattie, anzi…, sensazioni di chi riesce a leggere nel futuro, programmazione politica o solo tentativo maldestro di sfuggire a responsabilità specifiche? Per il momento non ci resta che attendere quanto verrà fuori da questo studi , sperando non si tratti dell’ennesimo spreco di denaro pubblico per dare giustificazioni ad una sconfitta che è sotto gli occhi di tutti.

per contatti: serafino@pupia.tv

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