Militare ucciso in Afghanistan, Carinola sconvolta

di Antonio Taglialatela

Giovanni PezzuloCARINOLA (Caserta). La salma del primo maresciallo Giovanni Pezzulo, ucciso ieri in uno scontro a fuoco in Afghanistan, rientrerà in Italia questa sera, intorno alle 22.30, a Ciampino, con un C130 dell’Aeronautica.

Il maresciallo Enrico Mercuri, 31 anni, ferito durante lo stesso attacco, sarà invece rimpatriato nel pomeriggio, verso le 19. Stamani, nell’hangar dell’aeroporto militare di Kabul, si è tenuta una cerimonia per l’ultimo saluto al sottufficiale 44enne originario di Carinola (frazione di Casanova), in provincia di Caserta, e residente ad Oderzo, nel trevigiano. Dopo la benedizione della salma, la bara, avvolta nel tricolore, è stata portata a spalla per 500 metri lungo la pista, fino all’aereo che la trasporterà in Italia. Alla cerimonia erano presenti alcuni commilitoni del maresciallo e suoi comandanti: il generale Federico Bonato e il colonnello Michele Risi, oltre all’ambasciatore italiano a Kabul, Ettore Sequi, al vicecomandante della missione di polizia europea Eupol, tenente colonnello dei Carabinieri Nicola Mangialavori, ed alcuni rappresentanti stranieri di Isaf, la missione Nato nel cui ambito il maresciallo Pezzulo si occupava di Cimic, la cooperazione civile-militare. Dopo il rientro in Italia, la salma sarà portata nel pomeriggio di domani caserma Fiore di Motta di Livenza, sede del comando Cimic, dove si sta già allestendo la camera ardente. I funerali si svolgeranno probabilmente sabato, nel Duomo di Oderzo. Pezzullo era scampato alla strage di Nassiriya nel novembre 2003, quando morirono 14 soldati italiani della missione Isaf. Il maresciallo si trovava a cinquanta metri dall’esplosione. Nonostante quell’episodio era rimasto in missione. Si era arruolato all’età di 18 anni, a dicembre avrebbe compiuto 45 anni. Aveva partecipato anche a missioni in Kosovo e da due mesi era in Afghanistan. Anche sua moglie, Maria D’Agostino, era originaria di Carinola. I due erano sposati da vent’anni ed avevano una figlia, Giusy, di 18. Secondo di cinque figli, tutti maschi, ha un fratello che presta servizio presso la Polstrada di Mondragone, un altro impiegato civile nel «Pirotecnico» di Capua, gli altri due fratelli sono un parrucchiere e un fioraio. Nonostante fosse lontano da casa, spesso ritornava nella cittadina casertana con la sua famiglia. Enorme lo sconcerto a Carinola, di cui si fa portavoce il sindaco Pasquale De Biasio: “Siamo scioccati ed amareggiati. Carinola e la frazione Casanova non meritavano un dolore così forte. Conoscevo Giovanni, era una persona perbene, umile, che parlava sempre con entusiasmo del suo lavoro e dell”esercito. Quando ho appreso dal telegiornale la notizia di un altro militare ucciso in missione di pace ho pensato che potesse trattarsi di un meridionale ma non di un concittadino”. A Carinola sarà proclamata una giornata di lutto cittadino e verrà celebrato un rito funebre “per onorare – come afferma De Biasio – un concittadino che ha sacrificato la propria vita per aiutare gli altri”.

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