Rischio sottosuolo in via Cimarosa

di Antonio Arduino

via CimarosaAVERSA. Sottosuolo colabrodo in via Cimarosa. E per la casa natale del genio dell’opera buffa e per gli edifici circostanti c’è concreto rischio di crollo per la presenza nel sottosuolo dell’intero isolato di enormi caverne lesionate dal tempo.

Di conseguenza, tra pochissimo, ma potrebbe averlo già fatto mentre andiamo in stampa. l’amministrazione comunale potrebbero emettere ordinanze di sgombero per gli abitanti e imporre ai proprietari degli stabili di provvedere a garantirne la statica effettuando, con urgenza, lavori di consolidamento. “La scoperta è venuta a seguito della necessità di inventariare con il sistema fotografico-digitale, come richiesto dalla soprintendenza ai lavori pubblici, ogni pezzo di muro, legno, parato di casa Cimarosa prima di procedere a ristrutturazioni” dice Rino Rotunno, assessore ai lavori pubblici, al quale avevamo chiesto le ragioni del ritardo dei lavori di restauro, fermi da mesi. “Nel corso dell’inventario – continua l’assessore – è stato effettuato da geologi anche un sopralluogo delle cantine sottostante il palazzetto. Ed è stata evidenziata la presenza di grosse caverne ricche di lesioni che mettono a rischio di crollo l’edificio”. “Rischio – sottolinea – che non è limitato a casa Cimarosa, ma interessa, più o meno, tutti gli edifici vicini. Di conseguenza prima di proseguire i lavori di restauro del palazzetto dovremo effettuare una modifica globale al progetto originale. Dovendo provvedere, innanzitutto, a garantirne la stabilità, consolidando le fondamenta, e solo dopo dare il via alla ristrutturazione vera e propria”. Dunque, ancora al palo i lavori per il restauro della casa natale di Domenico Cimarosa che partiti ufficialmente a gennaio 2006, dopo la firma del contratto d’appalto, sottoscritto il 19 dicembre 2005 dovevano concludersi nel giro di tre anni. Entro gennaio 2009, come indica la tabella affissa alla porta del palazzetto. Ma, dopo la scoperta dei geologi, la data è destinata ad andare molto più in la, come i costi della ristrutturazione. Perché ai circa 800mila euro già impegnati di euro ne dovranno essere aggiunti ancora tanti. “Un milione e mezzo di euro, perché – precisa Rotunno – i fondi iniziali basteranno appena per l’opera di consolidamento della struttura. Gli altri, per i quali abbiamo già chiesto il finanziamento alla Regione, serviranno alla ristrutturazione vera e propria”. “Quanto agli altri edifici a rischio di crollo. I dati fornitici qualche giorno fa dai tecnici impongono – continua – di comunicare questa possibilità ai proprietari degli stessi perché provvedano, a proprie spese, alle opere di consolidamento necessarie a ciascuno”. “Noi – conclude – come Comune emetteremo, dove necessario, le ordinanze di sgombero e forniremo gratuitamente i risultati della perizia tecnica affinché l’impegno economico dei proprietari degli stabili si riduca, ma non possiamo fare di più. A sopportare i costi dell’operazione dovranno essere i singoli proprietari”. E dovranno fare in fretta.

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