Napolitano incarica Marini per un governo di riforme

di Angela Oliva

Franco Marini e Giorgio NapolitanoROMA. E’ terminato l’incontro tra il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Presidente del Senato Franco Marini. Il Capo dello Stato ha conferito a Marini un “incarico esplorativo” per cercare di risolvere la crisi e mettere mano alle riforme, in primis la legge elettorale.

Silvio BerlusconiPoche ore di riflessione per Napolitano che negli ultimi giorni ha ricevuto 19 delegazioni parlamentari, i presidenti di Camera e Senato e tre Presidenti emeriti della Repubblica. Al termine del colloquio il presidente ha dichiarato: “Sciogliere le Camere è la scelta più gravosa che la Costituzione affida al Presidente della Repubblica. Al tempo stesso, da più parti della società, oltre che da molti partiti, è venuta la richiesta di fare le riforme. Per tutti questi motivi la mia scelta non può essere in alcun modo nè rituale nè dilatoria”. Marini ha accettato affermando: “So bene che si tratta di un impegno non semplice, anzi gravoso. Ringrazio il Capo dello Stato per la fiducia dimostrata nell”affidargli l”incarico. Il mio impegno sarà nel tempo più breve possibile anche se c”è bisogno di farlo seriamente. Da parte mia ci metterò tutta la mia determinazione. So che nelle attese dei nostri cittadini c”è una attenzione forte alla modifica della legge elettorale”. Al Presidente del Senato toccherà chiedere la fiducia in aula, in caso non venisse concessa gli italiani saranno chiamati alle urne, probabilmente, il prossimo aprile. Le forze politiche di destra non hanno accolto con entusiasmo questa convocazione al Colle e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha dichiarato: “Riteniamo che al governo Prodi non possa succedere un altro esecutivo. L”attuale legge elettorale, infatti, stabilizza il bipolarismo attraverso l”assegnazione di un premio di maggioranza e prescrive l”indicazione esplicita del capo della coalizione e quindi, ferme restando le prerogative del presidente della Repubblica, del futuro presidente del Consiglio”.

Più categorico il Presidente dei deputati leghisti Roberto Maroni: “L”incarico a Marini non cambia nulla. Non c”è nessuno legittimato a diventare presidente del Consiglio dopo la caduta di Prodi. Ora si vada a votare subito. Noi chiediamo al Presidente della Repubblica di prendere atto che non ci sono le condizioni per un governo diverso da quello dimissionario di Prodi e sciolga le camere. Infine – conclude Maroni – chiedo che il centrodestra diserti eventuali ulteriori consultazioni, un rito inutile da Prima Repubblica”. Sarà molto difficile creare una nuova maggioranza viste le ultime dichiarazioni di indisponibilità da parte di numerose forze politiche. Anche Pierferdinando Casini, leader dell’Udc,che inizialmente aveva aperto un piccolo spiraglio di possibilità ora fa marcia indietro: “Non siamo disponibili ad un esecutivo con Verdi e Prc. Ribadiamoil nostro “no” anche se in cambio Marini offrisse una legge elettorale basata sul sistema tedesco”. Altri “no”, già ampiamente annunciati, quelli di Alleanza Nazionalee dell”Udeur di Clemente Mastella. Tra le sue motivazioni Napolitano ha dichiarato: “La crisi si è aperta dopo che nel Parlamento erano stati trovati spiragli di dialogo sulle riforme. E” chiaro a tutti, politici e società civile, che senza tali modifiche non ci sarà una reale stabilità. Non posso non tenere presente che la stessa modifica è stata sollecitata dal referendum. Ho prospettato a tutti l”esigenza di dare almeno avvio alle riforme come dimostra il dialogo da me costantemente auspicato. Questa stradaè stata resa impraticabile da quelle forze che invece chiedono di andare subito al voto. Per tutti questi motivi è mio preciso dovere dare l”incarico per cercare di trovare il consenso su un preciso progetto di legge elettorale”.

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