De Magistris, l’accusa chiede trasferimento di funzione

di Angela Oliva

Luigi De MagistrisROMA. Terza udienza del processo a carico del pm di Catanzaro Luigi De Magistris su cui grava una procedura da parte del Csm per la violazione di regole nella conduzione delle inchieste Toghe lucane, Why Not e Poseidone.

Davanti alla sezione disciplinare De Magistris si è rifiutato di rispondere precisando che su molti fatti sono in corso indagini da parte della procura di Salerno e ha affermato: Non posso aggiungere altro perché violerei il segreto investigativo; ho già reso trenta verbali e nei documenti che vi ho portato si può vedere l’infondatezza delle incolpazioni che mi vengono mosse”. Rivolgendosi, poi, al collegio di Palazzo dei Marescialli, presieduto dal vicepresidente Nicola Mancino, ha aggiunto: “Ritenevo più opportuno che non si facesse un processo così sommario, che si andasse avanti di più coi piedi di piombo. C’è stata un’istruttoria rapida, ma ora i fatti storici e il contesto ritengo che siano stati costruiti. La sezione disciplinare può quindi decidere”.L’accusa, rappresentata dal Procuratore Generale Vito D’Ambrosio, ha chiesto per il pm la perdita di anzianità di otto mesi e la pena accessoria di trasferimento delle funzioni in tempi brevi perché, come ha dichiarato lo stesso D’Ambrosio: “La situazione a Catanzaro è tutt’altro che rasserenata”. La decisione è attesa per stasera e prima che il collegio entrasse in Camera di Consiglio De Magistris gli ha rivolto queste parole: “Se ho compiuto atti irregolari non l’ho fatto per interesse personale o per danneggiare qualcuno, ma per salvaguardare il mio lavoro. Io non ho commesso illeciti disciplinari prima o poi i fatti saranno chiari, potrò avere un ristoro della mia professionalità e ristabilita la mia dignità. – ha concluso il Pm – Mi affido con totale serenità d’animo alla vostra decisione”.

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