Mastella e la “parentela” Maffei-De Franciscis

di Antonio Taglialatela

Clemente MastellaSandro De FranciscisBENEVENTO. “Ho parlato con Prodi e confermo le dimissioni. Non voglio sentirmi membro di una casta”. Da Benevento, Clemente Mastella conferma le dimissioni da ministro della Giustizia annunciate ieri all’aula della Camera.

Il leader dell’Udeur respinge ogni accusa nei confronti suoi e della moglie Sandra Lonardo, presidente del consiglio regionale della Campania, agli arresti domiciliari con l’accusa di tentata concussione ai danni del direttore dell’ospedale di Caserta, Luigi Annunziata. Stesso reato che viene contestato al marito, ma a danno del governatore campano Antonio Bassolino, dal quale avrebbe pretesto l’assegnazione dell’incarico di presidente dell’Asi di Benevento a una persona vicina al Campanile. Ma ieri Bassolino ha smentito tale circostanza.

Mariano MaffeiNel mirino di Mastella c’è la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e, in particolare, il procuratore capo Mariano Maffei, al quale contesta “condizionamenti” nella sua attività magistratuale dovuti ai “legami di parentela” con il presidente della provincia di Caserta, Sandro De Franciscis. Quest’ultimo, ex parlamentare dell’Udeur ed ex segretario provinciale del Campanile, si era negli ultimi tempi allontanato da Mastella, schierandosi con il Partito Democratico, di cui è diventato coordinatore provinciale. La parentela sarebbe legata al fatto che la defunta moglie di Maffei (Carolina, scomparsa lo scorso ottobre) era cugina di Piero De Franciscis, padre di Sandro. Un legame familiare non strettissimo ma che per l’ex ministro avrebbe condizionato l’attività della procura sammaritana. Da parte sua, Maffei ieri ha annunciato di intraprendere ogni azione nella sede competente contro il ministro della Giustizia che, con sue affermazioni quantomai calunniose, ha offeso gravemente la mia reputazione”. “La mia è la reputazione di una magistrato servitore dello Stato che per ben 44 anni ha amministrato la giustizia con altissima professionalità, spiccato senso del dovere e con il massimo impegno, ma soprattutto con autonomia e indipendenza”.

Intanto, anche il presidente della provincia De Franciscis risulterebbe indagato nell’inchiesta. Indiscrezione che ieri, in conferenza stampa, è “scappata” allo stesso Maffei, il quale ha tentato di bloccarne la diffusione. Ma i registratori e le telecamere, giustamente, erano accese e il procuratore doveva immaginarlo. Il coinvolgimento di De Franciscis potrebbe riguardare l’inchiesta che, nel giugno 2007, portò all’arresto del direttore generale della provincia e suo braccio destro, Antony Acconcia, assieme ai consiglieri provinciali dell’Udeur Giacomo Caterino e Domenico Bove, quest’ultimo ex sindaco di Alvignano. Si tratterebbe, secondo i magistrati, della vicenda del piano regolatore del comune di Casagiove (Caserta), poi bloccato e sequestrato, che avrebbe avvantaggiato proprio Caterino e Bove ma anche personaggi legati ad Acconcia. Tuttavia, finora, a De Franciscis non è pervenuta alcuna notifica.

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