Ixfin, operai occupano la fabbrica

di Redazione

La protesta alla IxfinCASERTA. Come era prevedibile, domenica pomeriggio è scoppiata la rabbia dei dipendenti della Ixfin dopo che la loro azienda è stata dichiarata fallita dal tribunale di Napoli.

Un gruppo di duecento lavoratori ha scavalcato i cancelli e si è addentrato nella fabbrica che per tanti anni era stata il loro sostentamento. Di quello che era rimasto degli impianti qualcosa è stato distrutto, ma con l’amarezza nel cuore, comprese vetrate e porte di accesso. Un atto di rabbia mista a tanta tristezza e preoccupazione per il futuro. A nulla sono valse le dimostrazioni e gli scioperi attuati. A niente è servita la lettera inviata al presidente della Repubblica dal Vescovo Raffaele Nogaro, che è rimasta senza risposta. Demagogia è risultata la segnalazione alla curatela fallimentare fatta dal ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani che era intenzionato ad evitate il fallimento ed commissariare l’azienda per farla poi entrare sotto la protezione della Prodi Bis. A prevalere è stata l’amara realtà e il misfatto messo in atto dall’ultimo proprietario l’avellinese Massimo Pugliese che di industria elettronica ne sapeva tanto quanto un tifoso di calcio. A distanza di diciotto mesi dalla dichiarazione di fallimento la sentenza definitiva è stata confermata. E’ stata formulata dalla sezione del Tribunale di Napoli nella camera di consiglio il 20 dicembre e depositata alla cancelleria dal collegio giudicante presieduto dal magistrato Rosario Caiazzo. Che il curatore era convinto che non c’erano le condizioni concrete di ripresa dell’azienda sotto il profilo finanziario e produttivo, era come scoprire l’acqua calda. I sindacati ne erano a conoscenza, ma credevano ad una soluzione positiva per le potenzialità che avrebbe dovuto avere la task force ministeriale e il protocollo firmato il 20 giugno al ministero per il rilancio del settore delle telecomunicazioni casertano. Ma si vede che il ministero poco nulla ha contato, né sono servite le venti dichiarazioni di interesse presentate per il protocollo stesso da parte di Confindustria Caserta. Che lo cose dovevano finire in questo modo era già scritto tanto tempo fa, quando il finanziere Roberto Colannino prese in mano le redini della Olivetti e con essa anche la ex Modinform di Marcianise. La cedette ad altri finanzieri senza scrupoli con il compito di disfarsene di un peso che all’inizio degli anni ‘90 registrava perdite di circa cento miliardi di lire all’anno. “Si tratta di una vicenda partita male e finita ancora peggio. – ha dichiarato Carmine Crisci, segretario provinciale della Cisl, che è anche componete della commissione che sta trattando con il governo il protocollo d’intesa per il rilancio delle industrie in crisi di Terra di Lavoro – L’unica speranza ora e che si possa ancora studiare una strategia per aiutare i lavoratori in difficoltà”. “Oramai mi sono arreso, – ha commentato Giancarlo Attena della Rsu aziendale – a lottare siamo rimasti sempre soli. Con il senno del poi, sono sempre più convinto che nè la classe politica locale, e neanche i sindacati hanno compreso fino a fondo il grave danno materiale e morale reso al nostro territorio. La beffa finale e che anche i responsabili del disastro alla fine resteranno impuniti”. Una ulteriore giornata di lotta è prevista per lunedì 7 gennaio, a partire dalle ore 10. I lavoratori sono decisi ad occupare la fabbrica ad oltranza.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico