Napoli, l”assenza delle Istituzioni

di Redazione

Tafferugli tra manifestanti e poliziaNAPOLI. La tensione a Pianura resta alta. Ieri un’altra giornata di raid, cariche della polizia, bombe carta e gli abitanti costretti a rimanere chiusi nelle case.

Non mollano i facinorosi, di nuovo riuniti alla rotonda (al momento la più fotografata e ripresa d’Italia), intenti a contrastare l’arrivo delle ruspe che, come indicato dal premier Prodi, avrebbero dovuto sgombrare lestrade per dare la possibilità alle scuole di riaprire. Ma non è stato così. Ieri mattina si è nuovamente assistito ad un vergognosoe squallido rituale: l’assenza dello Stato. Sia ben chiaro, non mi riferisco alla Polizia, ai Carabinieri, al Corpo dei Vigili Urbani, la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, loro ci sono, è stanno rischiando la vita per portare a casa lo stipendio; mi riferisco a quelli che dovrebbero essere i simboli, i riferimenti dello Stato Civile. Il Sindaco, il Presidente della Regione, la Provincia, i Ministri, il Capo del Governo, il Presidente della Repubblica ecc. ecc. Dico questo perché il vergognoso scaricabarile sulle responsabilità, l’addossare la colpa l’uno sull’altro, ha mostrato solo debolezza e provocato maggiore senso di smarrimento nei comuni cittadini, in particolare negli abitanti diMomenti della protesta Pianura, presi in ostaggio nel loro stesso quartiere. Romano Prodi, domenica, ha detto chele scuole non possono chiudere, perché la scuola è il simbolo di un Paese civile. Ma ieri mattina, in mezzo ai tafferugli di Pianura, non so se erano più terrorizzati i bambini o le mamme che cercavano di raggiungere le aule. Giorgio Napolitano, ritornando a Roma da Capri, a testa bassa, parla di tragedia. E fa bene. E’ una vera tragedia! Però una passeggiatina a Pianura si poteva fare. Sarebbe stato un ottimo segnale per la gente comune. Qualcuno potrebbe dire “il protocollo non lo prevedeva”, ma il protocollo si può modificare, “si temeva per l’incolumità del Presidente”, ma Napoli non è ancora Bagdad. Comunque, in conclusione dei fatti,resta un quartiere sequestrato da pochi che si sono eletti “governatori”e che decidono chi deve passare il varco della rotonda Russolillo, quali negozi devono rimanere aperti e chissà cos’altro. Le Istituzioni, a questo punto, dovrebbero dimenticare la discarica Pisani e risolvere un problema molto più grave e imbarazzante: ridare democrazia a Napoli e liberare unquartiere in ginocchio.

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