Castellammare, Vozza deve fare i conti con 7 dissidenti

di Redazione

Salvatore VozzaCASTELLAMMARE DI STABIA (Napoli). Soffia ancora vento di crisi per la maggioranza consiliare guidata dal sindaco Salvatore Vozza.

A turbare i sonni del primo cittadino è ancora la questione politica “Marina di Stabia”, dove una parte del Pd continua ad avere idee completamente diverse da quelle assunte dal sindaco nella delibera di giunta del 23 dicembre 2007. Sono 7 i consiglieri dissidenti – Mimmo Castellano, Nino Longobardi, Mimmo Cuomo, Ciccio Cascone, Nicola Cuomo, Michele Costagliola e Franco Faella – a cui si è aggiunto il consigliere comunale di Rifondazione, Biagio Di Ruocco, che, in previsione del voto che si terrà in consiglio comunale, ha fatto sapere che, se Vozza conta di puntare su Rc, deve rifare i calcoli. Sul punto, è intervenuto anche Antonio Sicignano, leader del centrodestra nonché vicepresidente dell’esecutivo regionale dei Circoli della Libertà, che nei giorni scorsi ha lanciato, tra le strade cittadine, una raccolta di firme per le dimissioni del primo cittadino. «L’opposizione – ha sottolineato Sicignano – non può non sostenere la delibera su Marina di Stabia. Ma, se il provvedimento passa con i voti decisivi dell’opposizione, il sindaco ha il dovere morale di dimettersi. La città di Castellammare non merita un governo a mezzo servizio, ma una amministrazione comunale decisa e coesa soprattutto sulle tematiche inerenti lo sviluppo della città. Antonio SicignanoPurtroppo, questa situazione di incertezza amministrativa si potrae da tempo, e non si comprende per quale motivo il sindaco, nonostante solleciti pervenuti anche dalla sua stessa maggioranza, non abbia ancora preso atto del fallimento della sua amministrazione e rassegnato le proprie dimissioni». Intanto, nei giorni scorsi, erano intervenuti sulla tematica sia l’assessore al bilancio Annapaola Mormone che il consigliere provinciale del Pd Nello Cuomo che avevano proposto un referendum cittadino, per decidere il futuro di Marina di Stabia. «Visto che – ha specificato Cuomo – il porto turistico è un’opera finanziata al 70 per cento dalla comunità europea, con fondi pubblici». Di tutt’altro avviso Sicignano, secondo cui «chiunque capisce un po’ di economia, sa bene che i finanziamenti pubblici non arrivano se non c’é qualcuno che si mette in gioco con il proprio patrimonio. E proprio questo sembra che sia stato dimenticato da tutti, nessuno ha ritenuto opportuno interpellare tutti quei imprenditori stabiesi, che, nonostante tutti i problemi della nostra città, hanno deciso comunque di investire su questa terra, in piena crisi ambientale, istituzionale ed occupazionale. Nessuno, inoltre, sembra ricordare che il progetto Marina di Stabia, in soli pochi mesi, ha avuto uno espansione impressionante. Tutte cose che non possono in nessun modo essere sottaciute». Infine, conclude Sicignano: «E’ ancor più inaccettabile che si arrivi ad invocare un referendum cittadino per decidere del futuro di una attività imprenditoriale, che, tra l’altro, si trova in pieno sviluppo. Cose che non accadevano nemmeno nell’antica Unione Sovietica».

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