Rifiuti, commercianti estraniatisi dalla protesta

di Redazione

la protesta in Piazza Municipio (maiorfoto.com)AVERSA. Una domenica diversa dal solito, che passerà alla storia come una delle rarissime volte nelle quali un popolo atavicamente apatico, come quello aversano, ha rialzato, per un attimo, la testa per ribellarsi a chi materialmente, lo sta uccidendo.

Ovviamente quando parlo di popolo, non mi riferisco certo a “tutta” la popolazione, ma solo a quelle tremila e più persone che hanno sfilato dall’Arco dell’Annunziata alla Villa Comunale. Il resto degli aversani era intento nelle proprie faccende o, addirittura, contrario alla protesta. Inutile ricordare che le ragioni di questa opposizione sono le più diverse. Da quelle più nobili ed ispirate: “Ma a cosa serve? Dobbiamo bloccare le autostrade, i porti, le ferrovie, gli aeroporti, Roma, Milano Parigi, Bruxelles…” e via fantasticando in un crescendo di megalomania perniciosa. Altre ragioni, più bieche ed “interessate”: “Ma chi ve lo fa fare? Tanto la ‘mondezza’ ci sarà sempre…”. Come spesso accade in queste occasioni alcune categorie hanno brillato per la loro più totale “estraneità” al tessuto sociale ed a quanto accade alla città d’Aversa. Lo so che è come sparare sulla Croce Rossa, ma ancora una volta i cosiddetti commercianti aversani hanno fatto vedere di quale pasta son fatti. Mentre uomini, donne e bambini sfilavano per rivendicare anche il loro diritto alla salute, i nostri “bottegai”, pur se ripetutamente invitati, con i cori “Abbassate le serrande…abbassate le serrande…” e “…chi non chiude mondezza è…”, se ne sono allegramente “impipati” e hanno proseguito imperterriti a vendere “a peso d’oro” le loro “pregiate” merci. Poi si lamentano che gli aversani preferiscono i centri commerciali per fare i propri acquisti. Riconosco che generalizzare è sbagliato. In realtà, pur avendo ampie vetrine illuminate, commesse sorridenti (si fa per dire), insegne fantasmagoriche, molti di questi negozi sono perennemente vuoti e i proprietari, o quelli che si spacciano per tali, sembra che stiano lì per una qualsiasi ragione ma non certo per vendere. Tanto che più di un manifestante si è chiesto: “Ma se stanno lì per ragioni che nulla hanno a che spartire con il commercio, come fanno per campare?”. Questa domanda se la dovrebbero porre altri, non i manifestanti! Eppure, conosco personalmente commercianti che sono davvero tali da svariate generazioni. Persone perbene e sensibili alle sorti di quella che è anche la loro città, ma che in quest’occasione hanno ritenuto di non aderire alla protesta nemmeno abbassando di qualche decina di centimetri, per pochi minuti, le serrande del proprio negozio. Evidentemente non hanno voluto confondersi con la massa di manifestanti ritenendoli schierati politicamente da una sola parte. Nulla di più falso. Alla manifestazione hanno partecipato i rappresentanti di tutte le formazioni politiche presenti nel consiglio comunale, delle varie associazioni locali, delle organizzazioni giovanili di partito, delle scuole, dei circoli ecc. Erano presenti i rappresentanti di famiglie che da sempre votano sia per il cento destra, sia per il centro sinistra. E non avrebbe potuto essere diversamente. Il corteo era stato, sì, organizzato da Tana Lab, ma con il preciso “patto” di essere al di sopra gli schieramenti politici. La salute, infatti, non ha alcun colore politico. Ma questo, evidentemente, i commercianti aversani non lo sanno.

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