Disagi alle Poste: mancano le “ricevute di ritorno”

di Redazione

Ricevuta di accettazione raccomandataAVERSA. E il cartoncino bianco che ci rende sicuri che la nostra corrispondenza è arrivata a destinazione. L’avviso di ricevimento per le raccomandate, in linguaggio postale il “modello 23 i”, è introvabile da mesi in tutte e tre gli uffici postali dislocati sul territorio.

Disponibile, però, in gran parte delle cartolerie che si trovano nelle immediate vicinanze degli sportelli postali e degli uffici pubblici. A pagamento, s’intende. Un grande disagio per gli utenti, costretti a pagare la somma di 13 euro, ed anche di più – dipende dalla zona: più caro in centro, meno in periferia – per 100 talloncini. I dirigenti dei tre uffici postali, quello centrale, in viale Europa, e le due succursali, in via Ettore Corcioni e in via Leonardo Da Vinci, non danno spiegazioni. Hanno l’ordine di non parlare con i giornalisti. Ci pensa il responsabile dell’ufficio comunicazione territoriale per la Campania e la Calabria, Giuseppe Maiello. “Al momento non esistono criticità in tal senso – dichiara, minimizzando il disservizio – Ci sono state, ma sono state superate”. Il cartoncino, in realtà, non è un prodotto esclusivo del gruppo Poste Italiane, ma può essere stampato e venduto dalle aziende autorizzate. Ma nei cataloghi, che viaggiano sul web, dei grandi distributori che forniscono prodotti per uffici, non se ne fa alcuna menzione. “Ho provato, in diverse occasioni, ad ordinare un grande quantitativo di ricevute di ritorno per raccomandate presso gli uffici postali – spiega Enzo Lombardi, avvocato – Ma i tempi di consegna sono così lunghi che ho preferito pagare il triplo per avere lo stesso servizio”. Gli stessi cento moduli che costano nelle cartolerie almeno 13 euro, infatti, sono acquistabili presso gli uffici postali con la somma di 4 euro. Ed anche chi ha bisogno di un solo cartoncino, di fronte alla risposta, frequente, del ‘tutto esaurito’ fornita dal dipendente allo sportello, è costretto a cercare la cartoleria più vicina, acquistando un prodotto che, di fatto, è gratuito per chi usufruisce dei prodotti postali. Secondo molti, si tratterebbe di un strategia dell’azienda per scoraggiare quanti fanno “incetta di moduli”, un deterrente al loro uso indiscriminato. Di fatto, si trasforma in un costo aggiuntivo per l’utente e in un disagio per chi deve inviare una missiva.

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