Cani randagi, interviene il Movimento Animalista Aversa

di Redazione

CaneAVERSA. Francesca Oliva, consigliere del “Movimento Animalista di Aversa”, associazione per la protezione degli animali che opera dal 2002 sul territorio di Aversa e dell’Agro precisa la posizione del gruppo sulla situazione drammatica dei cani randagi e sulla gara d’appalto che il comune di Aversa ha da pochi giorni espletato.

La normativa in materia di cani randagi è chiara. La legge-quadro nazionale n. 281/1991 in materia di tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo e la relativa legge regionale di recepimento n. 16/2001 sono chiare: “Laddove si accerti la non sussistenza di condizioni di pericolosità per uomini, animali e cose, si riconosce al cane il diritto di essere animale libero”. Allo stesso tempo, “La sterilizzazione chirurgica dei cani randagi e dei gatti liberi è attività obbligatoria e istituzionale affidata ai Servizi Veterinari delle ASL della Regione Campania”. Quindi: il cane ha il diritto, se così si può chiamare, di essere un randagio ma contemporaneamente deve essere sterilizzato dalla Unità Operativa Veterinaria dell’A.S.L. e microchippato a nome del Comune in cui si trova.Questa procedura ha, per fortuna, impedito negli ultimi anni che i canili convenzionati con il Comune di Aversa si riempissero di randagi, colpevoli soltanto di essere nati per strada. Ora, previa verifica da parte dei Medici Veterinari dell’A.S.L., e non della ditta aggiudicatrice dell’appalto, vengono accalappiati soltanto i cosiddetti “morsicatori”, ovvero i cani responsabili di aggressioni o molestatori, e quelli appartenenti alle “razze pericolose”: pitbull, rottweiler e simili. Ai pacifici amici che vivono in Piazza Municipio o in Via Roma la legge ha donato la libertà di vivere, o meglio sopravvivere, per strada, e di morirvi. Nonostante ciò, attualmente Aversa mantiene presso la struttura convenzionata “Fido & Felix” circa 140 cani, per la maggior parte anziani ed entrati in canile negli anni d’oro del randagismo (fino al 2000 circa), quando per ogni cane al giorno veniva pagata una cifra che si aggirava intorno alle 20.000 lire, senza che fosse svolta alcuna gara di appalto… E i cani, chissà perché, almeno sulla carta non morivano mai! Da qualche anno a questa parte, la cifra per il mantenimento dei randagi si è notevolmente abbassata, fino a toccare livelli che a fatica permettono di pagare tutte le spese connesse alla gestione quotidiana di un cane, che vanno dai costi per la realizzazione della struttura, per la manodopera, il personale tecnico, amministrativo e di sorveglianza, per l’acqua e l’energia elettrica, a quelli per mangimi, antiparassitari interni ed esterni, vaccini, ed eventuali terapie per i cani malati. A questo bisogna aggiungere un certo margine di guadagno, perché lo scopo di una azienda, qualsiasi essa sia, è ovviamente il lucro. Certo, la cifra totale può sembrare enorme, ma 2.40 € al giorno bastano a stento a far mangiare ad un cane crocchette di qualità mediocre… Quindi non parlerei affatto di “albergo extra-lusso”, quanto piuttosto di prigione a pane ed acqua… La soluzione per diminuire lo “spreco” di soldi pubblici? Incentivare le adozioni dal canile! Per ogni cane “liberato”, infatti, la città potrebbe risparmiare una cifra considerevole, se si pensa che l’età media di un cane si aggira sui 10 anni… Circa 8.700 €! Per quanto mi riguarda, l’associazione che abbiamo creato lavora già da tempo per far sì che il numero di randagi diminuisca e per far uscire quanti più cani possibili dalle gabbie del canile. Si tratta però di una attività che svolgiamo in silenzio, lontano dai riflettori, consapevoli che meno si parla dei randagi, più possibilità di vivere in pace con gli umani diamo loro. I dati di quest’anno, riferiti al solo Comune di Aversa (ma operiamo anche con Casaluce, Casapesenna, Frignano, Gricignano, Lusciano, Parete, Teverola, Villa Literno tanto per citarne alcuni) possono apparire noiosi al “profano”, ma per noi sono ricchi di significato: di 83 cani adulti prelevati dal territorio per la sterilizzazione, soltanto 16 sono stati reimmessi sulla strada. I restanti sono stati restituiti ai legittimi proprietari, e ben 61 affidati a chi ne ha fatto richiesta. Cani che non entreranno mai in canile, non molesteranno i passanti, non verranno additati dai cittadini come causa di tutti i mali di Aversa. Al contrario, adesso vivono felici tra divano e giardino, amati, coccolati e soprattutto apprezzati. Agli adulti devi aggiungere i circa 56 cuccioli affidatici dall’A.S.L. o trovati dai volontari sul territorio, affidati ad altrettante famiglie. Anche per loro valgono le considerazioni di prima. Mentre per gli adulti i costi sostenuti dall’associazione si “limitano” a cibo, antiparassitari, antibiotici ed antinfiammatori per la degenza post-sterilizzazione, per i cuccioli devi calcolare anche il costo dei vaccini (almeno due) ai quali vanno sottoposti. Se si pensa che un Veterinario libero professionista non può chiedere meno di 20.00€, i calcoli sono facili…A tutti i precedenti, si aggiunga che i cani malati o feriti di cui ci siamo presi cura, offrendo loro quanto necessario per guarire (visite veterinarie, analisi ematologiche e radiografiche, interventi vari, ad esempio di osteosintesi, ecc.). Quest’anno, per fortuna, si possono contare sulle dita di una mano. Dulcis in fundo, dopo aver parlato dei cani potenzialmente destinati al canile, che per fortuna non vi sono mai entrati, vi informo con gioia che alcuni reclusi sono stati liberati: ben 7, tra i quali 3 pitbull e 1 cane corso, molossoidi che nell’immaginario collettivo ormai mangiano i bambini, ma che in realtà sono cani dolcissimi ed estremamente affezionati all’uomo, se gestiti correttamente. Tutte queste attività sono svolte senza ricevere sovvenzionamenti da nessuno. Ci autotassiamo, e per fortuna ogni tanto qualche privato di buon cuore ci dona quanto può. Nessun Comune ci ha mai neanche ringraziato per quello che facciamo. Il volontariato si sostituisce, ancora una volta, alle istituzioni, ma purtroppo è inevitabile: se smetto di “lavorare” con i randagi, il loro numero aumenta, quindi ne entrano ancora di più in canile, e si va ad alimentare il famoso “business”, cosa inconcepibile ed impensabile per una associazione seria. Perciò ci rimbocchiamo le maniche e andiamo avanti per la nostra strada”.

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