Rifiuti? No, è solo…”pop art”!

di Redazione

la protesta dei cittadini nellAVERSA. Una seduta consiliare così movimentata non si vedeva da decenni in città. Persone, tante persone, tanti cittadini esasperati pronti ad un simbolico attacco frontale alle istituzioni.

Poi neanche tanto simbolico visto che, di fatto, hanno costretto l’assise ad un’ora di interruzione, dove le domande poste erano un fiume. Dal laureato al semplice operaio, tutti stanchi di dover aspettare risposte che, alla fine, non sono arrivate. Raccolta differenziata, inceneritori, discariche, ma anche un tragico bilancio sugli aumenti di casi di tumore, malformazioni neonatali ed aborti spontanei. I trenta rappresentanti consiliari erano quasi infastiditi dalla presenza di cotanti manifestanti, come se i cittadini aversani, che tra l’altro li hanno votati, fossero presenze ingombranti. Beh, certo loro avevano premura di passare variazioni di bilancio immediate e quelli, i “manifestanti” (mi si perdoni la dicitura), volevano sapere quando si toglieranno i rifiuti dalle strade. Insomma, una perdita di tempo. E, difatti, prima che la seduta si interrompesse, sottolineiamo giustamente, il Ciaramella tenta, invano, di calmare la protestacaos ha dominato. Dall’aula si udivano forti le grida di alcuni che in una situazione di raccolta zero si sono visti aumentare la tassa dei rifiuti solidi urbani del 40%, ma anche madri disperate dal malcontento dei figli pronti a lasciare la città per trasferirsi altrove, se non altro per non morire. Le risposte date dal primo cittadino? Laconiche, inesistenti. E’ stato individuato un sito di stoccaggio, pronto chissà quando (“colpa dell’Arpac”, hanno detto). L’area “Cappuccini”, che poteva essere una soluzione? Una sentenza del Tar ha ridato il godimento del terreno al legittimo proprietario che, guarda caso, ci ha costruito tante belle casette dai molteplici usi. Ad Aversa, intanto, si muore, si aspetta chissà cosa, si litiga per spartirsi le poltrone e solo grazie a quanti hanno avuto in questi giorni il coraggio di agire si muove qualcosa. Si muove quanto meno la speranza, che non ha colori politici. In questi giorni di festa chi di noi non ha avuto un parente lontano che è tornato a casa dopo anni? Ebbene ai miei, tra l’altro americani, ho dovuto dire che i cumuli di mondezza alti un piano non erano altro che “sperimentazioni” di una nuova “moda artistica”, “pop art” del ventunesimo secolo. Noi in Campania siamo i primi nel mondo a sperimentare tale progetto. Che dite…ci avranno creduto?

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