In Spagna c”è la movida, ad Aversa il “botellon”

di Redazione

movidaAVERSA. La parola spagnola “movida” in italiano significa: animazione e per tutti, ormai, è sinonimo di vita notturna. La “movida” nacque negli anni “80 in Spagna.

Mise radici prima a Madrid e a Barcellona. Successivamente si diffuse in tutto il resto della penisola iberica come fenomeno sociale urbano di massa. La traduzione letterale della parola non deve, però, trarre in inganno. Nel gergo madrileno, infatti, “ir de movida” significa “andare a comprare droga”. La “movida” per tutti gli spagnoli rappresentò la riscoperta della libertà per un popolo che era stato, per quasi quaranta anni, sotto l’opprimente dittatura franchista. Rappresentò, per la gran parte della popolazione, non impegnata politicamente, un modo per riprendersi la propria voglia di vivere. Per queste ragioni il fenomeno spagnolo e quello aversano non devono essere, semplicisticamente, confusi. Sono due fenomeni sociali ben diversi. Nella movida madrilena erano presenti forme artistiche ed espressive ad altissimo contenuto culturale, in quell’italiana, ed in particolar modo in quell’aversana, sono presenti solo ed esclusivamente le più bieche forme espressive della sottocultura urbana post-industriale.

Se confronti devono essere fatti, è più giusto paragonare la cosiddetta “movida aversana” al fenomeno spagnolo del “botellón” (fiasco, bottiglione). Così come avviene ogni sera, nelle strade e piazze aversane, i giovani spagnoli si ritrovano spontaneamente, in gran numero, “imbottigliati” nei luoghi pubblici al chiuso e/o all”aperto, per bere, fumare e… Tra l”altro, a differenza dell”Italia, questa pratica in Spagna è assolutamente vietata. Proprio per la presenza delle più volgari forme di sottocultura urbana (u” sball, “a pariata, “a rot ecc.) la “movida” notturna aversana è sempre più al centro di furiose polemiche, d’infinite discussioni. Il problema della movida notturna, in ogni caso, non è solo aversano. Diversi comuni italiani sono stati costretti, addirittura, ad istituire un apposito “Assessorato alla movida”.

Ma torniamo alla nostra città. L”insofferenza della popolazione aumenta giorno dopo giorno. Gli abitanti delle strade interessate dal fenomeno sono sempre più “incazzati neri”. Il caos serale va di là d’ogni umana sopportazione. I residenti hanno più volte chiesto aiuto al Comune, ai Carabinieri, ai Vigili Urbani, al Prefetto, senza ottenere alcun risultato tangibile. Per risolvere il problema degli schiamazzi notturni sotto le finestre di un condominio in Via Salvo D”Acquisto, il bar “L”Etoile” è stato costretto a spostarsi di un centinaio di metri, anche se, per il momento, nulla sembra essere cambiato.

Ognuno ha in tasca la soluzione del problema. Le proposte si sprecano. L’appianamento delle difficoltà, però, si scontra con le esigenze delle diverse categorie di cittadini coinvolti: gestori dei locali, clienti, automobilisti e residenti. Ognuno vuole che si rispettino i propri diritti e che i propri bisogni siano pienamente soddisfatti, anche a danno di altri. C”è chi propone di anticipare l”orario di chiusura dei locali alle 22, anche se, questo provvedimento, a pareri di molti, lascerebbe le strade deserte creando terreno fertile per la criminalità. Altri propongono di vietare l”apertura di nuovi locali nel centro cittadino (già ingolfato) per favorire il trasferimento della “movida” in zone periferiche, con spazi più ampi e meglio serviti dalle grandi arterie stradali (Viale Europa in primis). Qualcuno, invece, propone di concentrare in zone ristrette e lontane dalle abitazioni i vari locali, creando una sorta di “villaggio del divertimento”, dotato di tutti i comfort ed i servizi necessari ai giovani per divertirsi senza dar fastidio a nessuno. A tale proposito, i proprietari dell”area ex Texas Instruments, potrebbero valutare il ritorno economico che deriverebbe dalla creazione di una sorta di centro integrato del divertimento, consentendo il trasferimento nell’ex fabbrica dimessa, a costi contenuti, delle attività commerciali quotidianamente contestate a causa degli schiamazzi notturni dei propri clienti.

Le strade d’accesso, il parcheggio e l”ingresso, ovviamente, dovrebbero essere posizionati sul lato posteriore della struttura e non sulla Variante 7bis. Effettivamente un polo per la “movida”, attrezzato con tutti i servizi e con tutte le tipologie di divertimento: discoteche, birrerie, ristoranti, bar internet cafè, pizzerie, sale giochi ecc. richiamerebbe nottambuli da tutto l’agro, da Napoli e da Caserta. Gli incassi “milionari” non mancherebbero. Il problema più grande sarebbe il cambio della destinazione d’uso. Ma, come si dice: «Con un po’ di buona “volontà”…», come forse vedremo in un prossimo futuro, «Tutti i problemi sono risolvibili».

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