Lettera aperta ad “alcuni” cittadini campani

di Redazione

emergenza rifiuti in CampaniaSaltiamo i convenevoli e veniamo subito al sodo. Prima di tutto vogliamo precisare che questa lettera non è diretta ai “pesci piccoli”, quelli definiti da loro stessi “manovalanza”. È diretta a “chi c’è dietro” certi “affari”. A quelli che impartiscono ordini senza farsi vedere mai.

Non i nomi che tutti conoscono, ma quelli che manovrano dietro le quinte, nel più assoluto anonimato. Stavolta l’avete combinata veramente grossa. Avete commesso un clamoroso errore di valutazione. Aver pensato che padri e madri, dopo aver visto morire i figli a causa d’orrendi tumori, potessero rimanere in silenzio o senza fare nulla è stata un’autentica imprudenza. Pensare che la nascita di decine e decine di feti malformati possa passare “inosservata” è sintomo di completa estraniazione dalla realtà nella quale “operate”.

Pensare che un popolo vada “al macello” senza reagire non è da voi. Nessuna organizzazione (voi mi capite) può reggersi senza l’aiuto indiretto di chi non vede, non sente e non parla. Ora questo fronte si sta sgretolando. Si sta erodendo, lentamente, ma costantemente, sotto il peso di migliaia di tonnellate d’immondizia e decine di migliaia di fusti contenenti rifiuti tossici, nocivi e radioattivi che, con allegra disinvoltura, avete fatto seppellire sotto i nostri piedi.

Ma come avete fatto a pensare che la gente potesse continuare a morire senza fare nulla? È stato uno dei più grandi esempi di sottovalutazione della realtà che la storia di certe “organizzazioni” ricordi. Lo sappiamo benissimo che distruggere, per soldi, la terra dove siete nati, dove sono nati i vostri genitori, i vostri figli e dove, forse, nasceranno i vostri nipoti non vi fa star male più di tanto. A voi interessano solo il potere ed i soldi. Sappiamo altrettanto bene, però, che l’esser venuti meno a quel tacito accordo che, di fatto, creava in alcune zone una sorta di “area protetta” vi costerà più di quanto pensiate. Che vi piaccia o no: la situazione è questa. Qualcosa, però, potete ancora fare per non perdere né soldi né potere. Invertire la rotta. Capite cosa vogliamo dire? Non bisogna più operare per inquinare, bisogna operare per disinquinare. Così come, da dietro le quinte, avete tramato per farci diventare la pattumiera d’Italia, è necessario che iniziate ad intessere le solite trame per fare avere a questa martoriata terra il riconoscimento, da parte dello Stato, del “disastro ambientale”.

Ricordate Seveso? Molti di voi, ne sanno “qualcosina”. Ma lasciamo correre, questo è un discorso ormai lontano. Molto più vicino, invece, è la possibilità di gestire centinaia di milioni d’euro per bonificare un territorio immenso. Se gli industriali del nord vi pagano pochi centesimi per ogni chilo di rifiuto che riuscite a far “sparire” (avvelenandoci), ordite nell’ombra per far sì che lo Stato vi paghi molto di più per dissotterrare e smaltire correttamente quello che avete seppellito. Fate in modo di farvi pagare profumatamente per ogni “piramide” d’immondizia che riuscirete a smaltire correttamente. Chiedete soldi per costruire i “dissociatori molecolari”, invece che gli assurdi termovalorizzatori. Invece d’una o due “cattedrali nel deserto”, costruite decine e decine d’impianti per il recupero energetico (sotto forma di gas rivendibile per usi civili ed industriali o energia termica per riscaldare abitazioni, scuole ed ospedali).

Fatevi finanziare gli impianti per il recupero delle materie prime. Sono come delle miniere d’oro. Lo volete capire che ormai l’affare dei rifiuti in Campania è arrivato in dirittura d’arrivo. E qua mi rivolgo alla manovalanza. I signori che in cambio di qualche Mercedes, qualche decina di migliaia d’euro, qualche villetta o appartamento al mare, vi “costringono” a commettere azioni orrende, stanno creando le condizioni affinché voi, in futuro, non potrete mettere neanche il naso al di fuori dei vostri “fortini”. Ma non mi riferisco alle forze dell’ordine. Il problema per voi sarà la popolazione. La gente comune. Quella stessa popolazione che una volta non vedeva, non sentiva e non parlava. Da quelli dovrete guardarvi le spalle. E ricordatevi: sono centinaia di migliaia.

Ma non avete incominciato a vedere le differenze? Vi ricordate, quando entrando in un bar, gli astanti facevano a gara per offrirvi un caffè, facevano grandi sorrisi e si accalcavano intorno a voi, manco foste stati una star del pallone, anche se, poi, dietro le spalle vi dedicavano tanti bei pensierini? Non avete notato che ora questo accade molto più di rado. Vi salutano lo stesso, qualcuno accenna ad un sorrisino, qualcun altro (più colluso) vi offre pure il caffè, ma solo per paura, per quieto vivere. Il “consenso” popolare lo avete perso. Non per colpa delle migliaia di morti ammazzati dal piombo, lo avete perso dalle decine di migliaia di morti ammazzati dalla diossina. Siete ancora in tempo a far ritornare le cose come prima. Fate parlate, i vostri capi, a modo loro, con “chi c’è dietro” “certi affari”.

Convinceteli che nessuna grande “organizzazione” può reggere senza essere “radicata” nel proprio territorio. Quale “azienda” può pensare di aprire un filiale “estera” se non riesce a vendere nulla nella propria zona? Un grande, immenso uomo, una volta gridò: “Pentitevi”, senza ottenere alcun risultato. Noi che siamo immensamente piccoli, molto più modestamente, sussurriamo, con un filo di voce: “Riflettete”. Forse è l’unico modo per riuscire ad avere qualche risultato positivo. Sia voi, sia noi.

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