Il Senato respinge l”Ici sulla Chiesa

di Redazione

Basilica di San PietroFacciamo pagare le tasse sugli immobili commerciali anche alla Chiesa? Dicono “no” il centrodestra ed il Partito Democratico, si astiene clamorosamente la Sinistra radicale e dicono “sì” i soli socialisti.

L” aula del Senato ha respinto l”emendamento presentato dai senatori della Costituente socialista Gavino Angius, Roberto Barbieri e Accursio Montalbano che prevedeva di far pagare l”Ici su quegli immobili di proprietà della Chiesa destinati a svolgere un”attività commerciale “anche nel caso in cui” tale attività “abbia carattere accessorio rispetto alle finalità istituzionali dei soggetti”. Sono stati 240 i contrari, 12 i senatori favorevoli e 48 gli astenuti. A nulla è valso l”appello del senatore socialista Montalbano che durante la dichiarazione di voto aveva chiesto ai colleghi della maggioranza di trasgredire la disciplina di partito “almeno” in ciò che non tocca la manovra nei suoi punti fondamentali. Infatti Prc, Sinistra Democratica e Verdi-Pdci, salvo qualche distinguo, si sono astenuti. Compatta nel “no” la Casa delle Libertà. Originale ma prevedibile la motivazione contraria di Francesco Storace (La Destra) che, rinfocolando le fobie anti-islamiche e anti-stranieri, ha tuonato in aula: “Si vuole cancellare ogni traccia delle attività sociali della Chiesa e non ci si preoccupa delle nascita di 700 moschee”. Gli ha fatto eco in originalità il senatore di Rifondazione Comunista Giovanni Russo Spena che, astenendosi insieme a tutti i suoi colleghi di partito nonché ai senatori del PdCI e di Sinistra Democratica (e così facendo hanno di fatto espresso tutti contrarietà), ha definito poi l’emendamento socialista “…del tutto strumentale e da pierini. Non lo sanno che il Partito Democratico sulla Chiesa è spaccato? Se si ragiona così, Angius poteva pure presentare un emendamento che sancisce l’abbattimento del sistema capitalistico dal primo gennaio. Magari glielo votavo”. Russo Spena, in vena di “maanchismo”, è riuscito, insomma, ad essere più veltroniano di Walter Veltroni! La Lega Nord ha lasciato libertà di voto, ma l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, nel votare contro l”emendamento socialista, si è prodotto in un “commovente ricordo” delle sue partite a calcetto all’oratorio: “Questa norma – ha detto – è stata voluta dal nostro governo e me ne vanto! Tassare queste attività solo per ragioni di natura ideologica è fuori luogo”. Anche l’ex segretario del PLI Valerio Zanone, oggi aderente al Partito Democratico, ha deciso di astenersi. Evidentemente il rigore laico dei liberali è per lui solo un lontano ricordo. Se fosse stato approvato l’emendamento socialista si sarebbero di fatto risolti anche i perduranti problemi del Governo italiano con le autorità europee di Bruxelles che hanno richiesto da tempo dei chiarimenti sulle agevolazioni concesse dal nostro Paese allo Stato del Vaticano. Per la Commissione europea per la Concorrenza, infatti, la norma voluta dal precedente Governo Berlusconi (e confermata l’anno scorso da quello Prodi) potrebbe discriminare le attività commerciali della Chiesa cattolica da quelle dei privati cittadini, favorendo apertamente le prime. E se così fosse (come di fatto è), si tratta di “aiuto di Stato” espressamente vietato dalle regole comunitarie. “In Senato – ha commentato il senatore Angius – il Partito Democratico si dimostra ancora una volta prigioniero delle sue irrisolte contraddizioni e soprattutto del ruolo dominante della componente “teo-dem”. Ciò che veramente ha dell”incredibile è l”astensione dei senatori di Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica e del Gruppo Verdi – Comunisti italiani. La sinistra cosiddetta radicale, in questa circostanza “flessibile”, credo troverà qualche difficoltà – conclude Angius – a spiegare ai suoi elettori il voto sostanzialmente contrario espresso in sintonia con la Casa delle Libertà e con il Partito Democratico”. A ciò va aggiunta la recente bocciatura dell”emendamento alla Finanziaria, presentato dagli stessi senatori socialisti (e precedentemente approvato nell’apposita Commissione), sulla “truffa” dell”8 per mille destinato alla Chiesa Cattolica anche quando il contribuente non l”ha espressamente indicato nel modello di dichiarazione dei redditi! Tempi duri, quindi, per la laicità dello Stato espressamente sancita dalla Costituzione italiana… da tutti difesa, ma solo a chiacchiere!

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