Agro Aversano nuova Bhopal? Riflessioni su protesta ecoballe

di Redazione

Il sito di ecoballe di Giugliano-Villa LiternoIl presidio contro il sito di stoccaggio di ecoballe a “Taverna del Re” e “Lo Spesso”, situato tra le due province di Napoli e Caserta, nei comuni di Villa Literno e Giugliano, continua a essere preso di mira dalle forze dell’ordine.

Non si capisce per quale ragione si chiude una strada provinciale, la Trentola-Ischitella, si fanno arrivare camion della “Drive Beer” (sponsorizzata da Giancarlo Fisichella, il noto pilota di F1) e si caricano i manifestanti. Oggi, all’ennesima carica, un celerino ha corretto i cittadini al presidio: “Se vi caricavamo eravate già all’ospedale”. Lo Stato Italiano, il commissario Pansa, possono rispondere così ai cittadini? Possono schierare contingenti di celerini e carabinieri in una terra in cui a pochi chilometri di distanza risiedono alcuni dei peggiori boss della camorra campana? La polizia e i carabinieri si schierano a difesa della proprietà privata della Fibe (e quindi della Fiat), invece di ascoltare le ragioni di chi protesta. Ma si sa che grazie ai tre milioni e mezzo di eco balle a “Taverna del Re”, nell’agro aversano i tumori sono aumentati del 300%? Si sa che se i rifiuti hanno fatto la fortuna di qualcuno, uccidono intere famiglie? Ricordate Bhopal? Ormai son passati 23 anni dallo scoppio dellaUnion Carbide in India, morirono migliaia di persone e centinaia di migliaia (se non milioni), oggi ne patiscono le conseguenze. Il potenziale di quei 4 chilometri e mezzo (una superficie pari a più della metà di quella di Aversa) di rifiuti è estremamente pericoloso, una vera pistola alla tempia puntata su migliaia di cittadini. Allora, ribellarsi è davvero così ingiusto? Di fronte a questa situazione così grave, è giusto utilizzare metodi cileni da parte delle forze dell’ordine? Il problema non è la puzza, come il presidente della Provincia Sandro De Franciscis ha dichiarato. Il presidente, da medico, dovrebbe sapere che non sarà il deodorante sulle eco balle a fermare il cancro. Siamo la discarica d’Italia. Siamo il cimitero dello sviluppo industriale del capitalismo italiano, siamo la terra in cui non solo c’è una delle percentuali più alte di disoccupazione, ma anche di malati di tumore, leucemia, sclerosi multipla. Fino a quando dobbiamo tollerare questo scempio, senza poter alzare la testa altrimenti becchiamo una manganellata, quando finirà?

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