Non manda 5 figli a scuola per protesta

di Redazione

Teverola ScuolaTEVEROLA. L’inizio dell’anno scolastico per loro non è mai arrivato. Da più di dieci giorni ormai cinque bambini, di età compresa fra i 3 e i 12 anni, non frequentano la scuola. Sono i figli di Carlo Benvenuto, operaio trentatreenne della Cedi Sisa, padre di altre tre bambine, ancora lontane dall’età scolastica. Una famiglia numerosa, che, nonostante l’impegno e l’amore di Benvenuto e della moglie, Nunzia Russo (appena 30 anni casalinga), non è facile da gestire.

«Siamo costretti a non mandare i nostri figli a scuola (uno alla materna, tre all’elementare e uno alla media) perché non possiamo accompagnarli ogni mattina», si lamentano i genitori. Un’azione forte, quella di far disertare le lezioni ai bambini, portata avanti con determinazione, almeno fino a quando «non riconosceranno i nostri diritti – fa sapere Benvenuto – Le autorità non possono far finta di niente, il nostro problema è serio». Il capofamiglia, per attirare l’attenzione sul proprio disagio, ha scritto a numerosi rappresentanti delle istituzioni: dal capo dello Stato, al presidente del Consiglio dei ministri, dal prefetto di Caserta, al sindaco di Teverola. Unico risultato ottenuto finora: una riunione indetta dalla responsabile dei servizi sociali del Comune, Enza De Chiara, alla presenza dell’assessore comunale competente Nicola Picone. «Da parte nostra c’è massima disponibilità ad aiutare la famiglia – sostiene De Chiara – ovviamente sempre tenendo conto delle risorse disponibili. Stiamo valutando le formule migliori per poter esaudire le richieste che ci sono state avanzate». Ma è proprio sulla mancanza di servizi in grado di risolvere i problemi dei Benvenuto, che nascono le difficoltà. Il trasporto pubblico è previsto (ammesso che quest’anno decolli, visti i ritardi già registrati) solo per gli allievi della materna. La refezione scolastica non è gratuita, in nessun caso. L’assegnazione delle borse di studio non è mai avvenuta. Nessun contributo è stato elargito per il canone di locazione dell’abitazione dei Benvenuto. Borse di studio non ancora assegnate. «Abbiamo allontanato i nostri figli dalla scuola, spiegandone le motivazioni ai rispettivi dirigenti scolastici. Adesso attendiamo un aiuto. Non chiediamo carità, solo un sostegno che possa garantirci una condizione di normalità», dice la giovane mamma.

Il Mattino (ALESSANDRA TOMMASINO)

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