Myanmar, Onu trova accordo con Russia e Cina

di Antonio Taglialatela

Consiglio di Sicurezza dellOnuI 15 Paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu hanno raggiunto un accordo sul testo di una dichiarazione non vincolante con cui si “deplora” fortemente l’uso della violenza contro i manifestanti pacifici nel Myanmar.

Dichiarazione che ha visto per la prima volta insieme le potenze occidentali e la Cina, anche se si tratta di un testo (scritto da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna) che, rispetto alla versione originale, è stato “alleggerito” per ottenere l’assenso della Russia e della stessa Cina, quest’ultima partner commerciale del Myanmar. L’Onu invita il regime militare dell’ex Birmania e tutte le parti coinvolte a “lavorare insieme per disinnescare la tensione e per arrivare a una soluzione pacifica”. Entro la giornata odierna il testo dovrebbe essere definitivamente approvato. Le linee del documento non sono impositive, poiché non si tratta di una risoluzione, ma invitano la giunta militare del Myanmar a “rilasciare tutti i prigionieri politici e i restanti detenuti”. L’accordo prevede anche la necessità, da parte del regime, di una revoca rapida delle restrizioni alla leader dell’opposizione e premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, “per un dialogo sincero con tutte le parti coinvolte e i gruppi etnici per arrivare a una riconciliazione nazionale inclusiva”. Infine, si profila una nuova visita, entro questo fine settimana, dell’inviato Onu Ibrahim Gambari, già in Myanmar due settimane fa, dove ha incontrato il generale Than Shwe, capo della giunta militare, e Aung San Suu Kyi. Una seconda visita utile “per facilitare azioni concrete e risultati tangibili”.

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