La Casta prepara la morte di internet

di Redazione

Romano ProdiCome ampiamente previsto, la “Casta” sta correndo ai ripari per tamponare l’ondata di melma che lentamente li stava seppellendo sotto una valanga di “Vaffanculo” dai vari siti internet, quello di Beppe Grillo in primis. La notizia, che tutti i sinceri democratici di questo paese temevano, è dunque arrivata.

Tale Riccardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nonché carissimo amico di Prodi, ha presentato un disegno di legge per distruggere, di fatto, la libertà d’espressione nel nostro paese. Il progetto di tappare la bocca ad Internet ed a tutti quelli che utilizzano questo mezzo per discutere, socializzare, scambiarsi idee e, perché no, anche insulti, è stato concretizzato lo scorso 12 ottobre. Il Consiglio dei Ministri, di un Governo che falsamente si definisce di centro-sinistra, ha deliberatamente discusso (nel silenzio assordante dei mezzi di comunicazione di massa) un disegno di legge liberticida. In spregio all’art. 21 della nostra Costituzione che, ricordo, testualmente recita: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, è stato equiparato il blog creato per discutere se è più bravo Totti o Del Piero, oppure quello che si occupa dei sofisti, dei peripatetici o degli stoici, ai giornali quotidiani on-line. Quest’abominio è stato perpetrato con la silente complicità di tutto il Parlamento. Nessun ministro o parlamentare si è dissociato. La paura del Vaffa… fa 90. Imbavagliare l’informazione è interesse della “Casta” e degli accoliti che girano attorno a lei.

La legge partorita dal duo Levi-Prodi obbliga tutti quelli che hanno un blog o un sito, a registrarlo al R.O.C. sigla che identifica il Registro Operatori della Comunicazione. Il sito su Biancaneve e i sette nani ed il Corriere della Sera, quindi, d’ora in poi sono da considerare sullo stesso livello. Il creatore del blog sulle passaparoline e Mario Adinolfi o Beppe Grillo saranno colleghi. Complimenti per la fantasia (maligna). Come succede per tutti i carrozzoni burocratici, iscriversi al Registro dell’Autorità delle Comunicazioni, obbligherebbe, ovviamente, la produzione di certificati, attestati, bolli, tasse, concessioni e quant’altro possa dare fastidio.

Il bello è che chi fa informazione senza alcuno scopo di lucro deve seguire la stessa procedura del Gruppo Espresso-Repubblica o Rizzoli-Corriere della Sera. Oggigiorno nascono migliaia di blog. Chiunque può aprirne uno senza alcun problema. Tutti possono lasciare sul web, pensieri, idee, foto, ricordi, esperienze, video ecc. L’assurdo iter burocratico escogitato dai nostri governanti di centro sinistra con il silenzio compiaciuto della destra, invece, eliminerebbe, inevitabilmente, il 90% dei bloggers. Nessuno, per creare un blog o un sito, senza averne interesse precipuo accetterebbe di creare una società editrice, con tanto di giornalista iscritto all’albo in veste di Direttore responsabile. Inoltre, l’iscrizione al R.O.C. porta, per i gestori del sito, a rispondere, in caso di contenuti ritenuti diffamatori, del reato di omesso controllo, ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice di procedura penale. Due sole le possibilità per evitare la galera: o si dovrebbero monitorare 24 ore su 24 tutti i post pubblicati, con il dispiego di forze, energie e denaro che potete facilmente immaginare o la comunicazione da bilaterale dovrebbe tornare ad essere unilaterale. Addio commenti, addio pensieri…addio Web 2.0. La cosa ancora più assurda ed antidemocratica è che dovrà essere l’Autorità per le Comunicazioni a precisare, in un suo regolamento, i soggetti e le imprese editoriali obbligate alla registrazione. La Casta, quindi, visto che il Regolamento dovrà essere emanato dopo l’approvazione della Legge, utilizzerà l’Autorità per le Comunicazioni come capro espiatorio.

Che vergogna. Se passa questa legge liberticida, sarà la fine della Rete in Italia e la fortuna dei server esteri che si ritroveranno migliaia e migliaia di richieste d’iscrizione provenienti dal nostro paese. Prima che l’osceno disegno di legge Levi-Prodi possa essere approvato dai due rami del PARLAMENTO occorre mobilitare tutte le forze sane e democratiche del Paese. Avete notato che ho scritto tutto in maiuscolo la parola PARLAMENTO? A differenza di altri, ho ancora un enorme rispetto per le istituzioni democratiche dello Stato (come penso moltissimi di voi). Istituzioni conquistate al costo di milioni di morti, dopo una lunga e dolorosissima lotta di liberazione. I partigiani erano uomini e ragazzi che sicuramente avrebbero preferito scambiarsi idee sul web invece che venir sparati addosso da tedeschi e fascisti. In ogni caso, dopo questa performance, credo sia giunta l’ora che Prodi ed il suo Governo se ne tornino amabilmente a casa, per non dire altro.

E se dopo la padella Prodi dovessimo rifinire nella brace Berlusconi, pazienza… Si salvi chi può. A questo punto destra o sinistra, per me, pari sono. E vaffanculo a chi se lo merita!

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