An, mezzo milione di persone in piazza contro Prodi

di Antonio Taglialatela

(Ravagli/Infophoto)ROMA. Gli organizzatori parlano di 500mila persone, tutte in piazza, sotto le bandiera di Alleanza Nazionale, per manifestare contro il governo di Romano Prodi, per chiedere maggiore sicurezza, meno tasse e, soprattutto, il ritorno del centrodestra al governo.

(Eidon)E’ la prima volta, dopo 11, che il partito scende in strada esclusivamente con i suoi colori. Organizzato un doppio corteo, con partenze nel primo pomeriggio da piazza San Giovanni e da piazza della Repubblica, fino al Colosseo dove in serata si è tenuto il comizio di chiusura del leader di An, Gianfranco Fini. Da piazza Indipendenza, inoltre, è partito il corteo di Azione Giovani.

Gli esponenti di An, Gianni Alemanno e Domenico Gramazio, «affettano» Prodi (Ravagli/Infophoto)“Quella di oggi non è stata solo una grande manifestazione politica ma un enorme atto d’amore di un popolo che ama la sua patria, un popolo che possiamo chiamare il popolo delle libertà. E il popolo della libertà chiede a noi di An, a Forza Italia, alla Lega e all’Udc di raddoppiare gli sforzi e di essere uniti per cacciare il governo Prodi”. Così ha esordito Fini al comizio serale. “Non manca molto al ritorno della destra al governo”, ha detto, parlando poi del ruolo politico di An: “In una fase storica in cui tanti pensano che la politica sia una cosa sporca, una casta che rappresenta una palla al piede, dobbiamo avvertire l’orgoglio di rappresentare un’alternativa. Noi rappresentiamo un’altra strada. Noi non siamo sul banco degli imputati, è di altri la responsabilità dell’antipolitica diffusasi nella società”.

Sotto accusa la Finanziaria del governo: “E’ classista e alimenta l’odio tra i lavoratori”. E sul bonus di 150 euro per i meno abbienti: “Una volgare elemosina, pari a 41 centesimi al giorno”. Fini ha proposto invece l’abolizione dell’Ici, la progressiva riduzione delle aliquote Irpef e l’introduzione del quoziente familiare, ossia un sistema che non guardi al reddito del singolo cittadino ma al nucleo familiare. Altra proposta: “il contratto d’interessi” per dedurre le spese della casa e della scuola.

Poi il capitolo sicurezza. “Chiediamo il superamento della legge Gozzini, l’arresto obbligatorio e processi per direttissima, così da garantire la punizione dei colpevoli di tutti i reati di allarme sociale”, ha affermato il presidente alleanzino, il quale non ha lesinato critiche all’indulto e ad alcuni alleati del centrodestra che all’epoca l’hanno votato in Parlamento. Dinanzi al “danno dell’indulto”, Fini ha proposto che lo Stato “risarcisca cittadini vittime di reati commessi da chi è stato rimesso in libertà grazie all’indulto”. E ancora: più risorse per le forze dell’ordine e l’applicazione delle misure previste dalla Bossi-Fini per consentire una rapida espulsione degli immigrati che commettono reati.

Intanto, sull’altro fronte, duro il giudizio di Romano Prodi: “E’ stata una manifestazione prevalentemente di insulti. Quando hanno finito gli insulti se sono andati a casa”.

(Ravagli/Infophoto)

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