Triplice omicidio ergastolo a Luigi Basile

di Redazione

TribunaleVILLA LITERNO. Vent’anni dopo, prima condanna per il triplice omicidio di Villa Literno nel quale, l’11 aprile del 1987, morirono il figlio del vecchio boss Maisto e due suoi amici. Il gup di Napoli, nel processo celebrato con il rito abbreviato, ha accolto la richiesta del pm Raffaele Cantone e condannato all’ergastolo Luigi Basile, 61 anni, di Acerra, che era stato l’autista e il guardaspalle di Antonio Bardellino e che per primo, a maggio del 1988, ne aveva denunciato la scomparsa in Brasile. Il triplice omicidio era maturato durante la guerra di successione nella camorra giuglianese.

Antonio BardellinoLa posta in gioco era la pace, la provvisoria ed effimera pace di camorra necessaria a ricomporre il cartello delle alleanze, a isolare i maranesi di Lorenzo Nuvoletta, a chiudere la partita con gli ultimi eredi di don Alfredo Maisto, il boss di Giugliano. Il prezzo da pagare era la vita di Antonio Maisto, il figlio del vecchio guappo. La sua testa serviva a chiudere una faida che si trascinava da dieci anni – quella con i Mallardo – iniziata con la morte di Mimì ’e Carlantonio alla metà degli anni Settanta. Al tavolo grande, per discutere della pace, c’erano i capi della camorra anticutoliana, Carmine Alfieri e Pasquale Galasso, ma soprattutto Antonio Bardellino che, in nome di una vecchissima amicizia, aveva ospitato il giovane Maisto nei suoi territori. E quando si decise la sua morte, toccò proprio a lui mettere in campo gli assassini. Antonio Maisto fu ucciso l’11 aprile del 1987 assieme ai due amici che erano con lui: Pietro Granata, che di mestiere faceva il killer; e Raffaele Smarrazzo, fiancheggiatore di scarso peso criminale (il fratello oggi è un collaboratore di giustizia). Tra gli indagati, i vertici del clan dei Casalesi.

Il Mattino

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