Questione Texas: “il mondo sotto sopra”

di Redazione

l'area Ex TexasAVERSA. Lungi da me il voler giustificare i vari personaggi coinvolti nell’affaire legato alle autorizzazioni rilasciate alla Yorik s.r.l. Spetta alla Storia giudicarli, non a me.

A scanso d’equivoci desidero, però, offrire tutto il mio appoggio, per quel poco che potrà servire, ad ogni iniziativa tesa ad evitare che si costruisca il famigerato Centro Commerciale nell’area dell’ex Texas Instruments. Le ragioni di questa mia posizione, sono le stesse che animano i tanti oppositori di questa sciagurata iniziativa, pertanto, in questa sede, ritengo superfluo ribadirle. Considero utile allo sviluppo della discussione, invece, illustrare dei semplici ed elementari concetti, chiari per alcuni, oscuri per altri, che sono alla base degli avvenimenti de quo. Un paio di giorni fa ho letto il libro di Andrea Frova: “Perché accade ciò che accade?”. Il titolo sembra anticipare il ritornello che da un po’ di giorni frulla nella testa di tanti aversani: perché sta accadendo tutto questo? Concittadini che, mi scuserete il paragone, a volte appaiono come tante “Alice nel paese delle meraviglie” o per dirla molto più prosaicamente come tanti “babbasoni”. Vi ricordate il film “Miseria e nobiltà” con Totò, quando la sua concubina, interpretata magistralmente da Dolores Palumbo, rivolta al cuoco arricchito dice: “…ma tu, che razza di battilocchio sei…” e con la mano fa il classico gesto napoletano del “cucù”? A molti concittadini farei la stessa domanda: “Ma che specie di battilocchi siete?”. Signori sveglia, questo è il capitalismo. Chi ha più soldi comanda. Chi detiene il potere economico decide il come, il dove ed il quando si devono aprire, chiudere, spostare, ristrutturare, demolire fabbriche e/o qualsivoglia altra attività commerciale.

area TexasMa che dovevamo aspettare la Yorik per scoprire l’acqua calda? Alcuni commercianti che, secondo il mio modesto parere, erano già perfettamente a conoscenza delle mire sulla famosa area (non la 51, la 7bis) hanno votato e fatto votare in massa per Ciaramella & company. E ora, questi stessi personaggi che fanno? Rinnegano le loro scelte. Contestano i loro “campioni”. Altri, poi, i più “sgamati”, interpellati sull’argomento che fanno: scendono letteralmente dalle nuvole. Sapete perché? Con o senza Centro Commerciale, grazie ai capitali accumulati, possono decidere dei loro destini infischiandosene altamente dei piccoli bottegai (uso questo termine senza alcun intento denigratorio, sia ben chiaro). Siamo nel 2007 e il detto “con la Franza o con la Spagna, purché se magna” è di un’attualità sconvolgente. Se la vogliamo dire tutta, poi, il “mondo sottosopra” nel quale viviamo ha talmente scombussolato le carte in tavola che la Sinistra si oppone all’apertura di un centro che favorirebbe, inevitabilmente, l’assunzione di centinaia di disoccupati e la destra favorisce chi sta minando, alla base, lo zoccolo duro del proprio elettorato (appunto i commercianti). “Aversa, that’s incredible, non c’e che dire!

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