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Monica (PdCi): “Il Pd rappresenta la nascita del vecchio”
AVERSA. Marco Monica, segretario del Partito dei Comunisti italiani, pubblicamente e senza usare mezzi termini, si rivolge al gruppo dirigente del futuro Partito Democratico.
“Alcune semplici domande vorrei rivolgere agli amici del Partito Democratico. Come mai il consigliere provinciale Rodolfo Parisi, che si candida a guidare il nuovo Pd ad Aversa, non ha ancora rilasciato una sola intervista, che sia una, per esprimere le sue considerazioni sulla gravissima questione Texas? Come mai il commissario cittadino della Margherita, Angelo Lettera, non ha voluto firmare, unico dell’opposizione, il ricorso al Tar preparato dal professor Antonio Lamberti, che pure è un illustre amministrativista, da sempre vicino alla Margherita, e non certo noto bolscevico? Di sicuro, vedendo i personaggi che hanno accolto l’arrivo ad Aversa di Rutelli, De Franciscis, Cozzolino e Iannuzzi, più di qualche dubbio ci sovviene. Ci rattrista vedere tutti questi politicanti, da sempre collocati a destra che, senza pudore, tentano di trovare uno strapuntino di potere. Di sinistra, specialmente in Campania, nel Partito Democratico non rimane più nulla, e Aversa rappresenta il caso più eclatante della regione, basti pensare, giusto per fare qualche nome a caso, al fatto che Stefano Graziano e Salvatore Pezone li ritroviamo capolista, rispettivamente, nel nazionale e nel regionale. La fusione a freddo del Pd può essere una valida operazione politico-partitica, ma non tentino di spacciarcela per riformismo: essere di sinistra è un’altra cosa ed ha un’altra storia. Gradirei, quindi, che il buon Abbate si contenga, evitando di chiedere (paradossalmente!) agli altri partiti di non interferire o, peggio, di non inquinare la loro consultazione. In realtà, sono gli stessi candidati del Pd che si affannano a rincorrere gli iscritti degli altri partiti, e quindi a noi tocca difenderci dalle loro campagne acquisti, giocate senza scrupoli e senza lesinare spese. Pensavamo che il Pdnascesse male ma, in verità, qui si rischia di finire peggio”.
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