Il mistero del parco pubblico Pozzi

di Redazione

Parco PozziAVERSA. «L’intento reale dell’amministrazione comunale era quello di ampliare le carreggiate di via Gaetano Andreozzi e di via Lennie Tristano, invece hanno dato vita ad un vero e proprio ”sturcio” e non trovo niente di meglio che questo termine dialettale per valutare quanto sta avvenendo sulla pelle dell’ex campo profughi, ormai unico polmone verde della città».

Fortunato Allegro, responsabile della Consulta Comunale per l’Ambiente e presidente dell’Associazione Amici del Parco Pozzi è furente per quanto si sta verificando sul perimetro di quello che fu il centro di raccolta per profughi fino agli anni ottanta, quando le baracche vennero abbattute, nel 1991, in occasione della visita di papa Giovanni Paolo II in città. È in atto l’abbattimento delle mura di cinta del parco e l’ampliamento delle due strade laterali. «Per questo scempio che si sta perpretando – continua il docente di filosofia – ci sono colpe anche dei media che hanno sottovalutato quanto stava avvenendo. Mi rendo conto che c’è la vicenda dell’area ex Texas, ma Pitocchi ha autorizzato anche i lavori al Parco Pozzi, riducendo, di fatto, l’area a verde che doveva rimanere integralmente tale visto che questa è la previsione del piano regolatore generale vigente». «L’amministrazione – ha dichiarato Allegro – aveva un solo obiettivo: ampliare via Tristano e via Andreozzi, tutto il resto erano solo scuse. Un intento che è riuscito solo in parte visto che su via Tristano avremo una strada con rientranze e sporgenze continue che, di fatto, ostacolerà maggiormente il traffico veicolare, nonostante verrà speso un milione di euro. Ma, ora, i lavori sono fermi da una quindicina di giorni e la situazione è molto grave: quel muro abbattuto fungeva anche da muro di contenimento della terra e, conseguenzialmente, anche dei pini secolari. Sabato scorso sono stato sul posto con alcuni agronomi ed abbiamo verificato che la situazione è grave. Da qui l’invito, con una certa ansia, a riprendere immediatamente i lavori per mettere in sicurezza i pini che, a questo punto, potrebbero davvero rappresentare un pericolo per l’incolumità dei cittadini». Per quanto riguarda la sostituzione del muro con una cancellata, Allegro conclude: «La struttura, con questa sostituzione, perderà la connotazione di parco staccato dalla città nel quale si va per perdere il contatto con fuori e avvicinarsi alla natura». «Da parte mia – afferma, invece, Nicola Ciccarelli, responsabile cittadino di Legambiente cittadina – non voglio nemmeno soffermarmi nello specifico dei lavori, ma sulle modalità con le quali il problema è stato affrontato. Inizialmente è stata coinvolta la consulta per l’ambiente, abbiamo perso tanto tempo. Alla fine il nostro apporto non è stato, non dico preso in considerazione, ma nemmeno valutato». Intanto, proprio sulla consulta comunale c’è da registrare una presa di posizione da parte del responsabile cittadino del Wwf Alessandro Gatto che ha dichiarato: «Sembra chiaro che già il termine consulta faccia capire il senso di uno strumento democratico di altissima partecipazione e di grande importanza sotto il profilo della consultazione e del confronto sulle tematiche relative. Avendo uno strumento di alta democrazia partecipativa come quello delle consulte diventa importante ascoltare anche chi potrebbe pensarla in maniera differente dall’attuale maggioranza politica che guida la città di Aversa. Quindi auspichiamo che al più presto il sindaco Ciaramella, stabilisca una data per la prima riunione della consulta stessa».

Il Mattino (NICOLA ROSSELLI)

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