Omicidio Simonetta Cesaroni, indagato l’ex fidanzato Renato Brusco

di Redazione

Simonetta CesaroniROMA. Sono passati 17 anni da quando in uno stabile di via Carlo Poma nel quartiere Prati, a Roma, venne uccisa Simonetta Cesaroni, all’epoca ventenne. La giovane fu massacrata con 27 coltellate e da allora non si è mai saputo niente del suo assassino. Quando il giorno dopo viene ritrovato, dopo l’allarme dei familiari, il cadavere di Simonetta è riverso sul pavimento, in una pozza di sangue.

Il corpo è seminudo, ma non ha subito alcuna violenza. Molte sono state le piste seguite dagli inquirenti, ma tutte rivelatosi poi infondate. Ad essere indagato per primo fu Pietro Vanacore, portiere dello stabile di Via Poma, che tre giorni dopo il delitto viene arrestato. A scagionare l’indiziato sono le analisi che dimostrano come il sangue ritrovato sui pantaloni che l’aveva incastrato, fosse suo perché soffriva di emorroidi. Il secondo indiziato è l’architetto Luigi Izzo, proprietario di un’abitazione nello stabile di Via Poma che, anche se assente in quei giorni perché in vacanza, avrebbe coperto il killer. Caduta anche questa pista, ora a distanza di 17 anni si riapre il caso e viene iscritto nel registro degli indagati il suo ex fidanzato Raniero Busco. L’atto degli inquirenti arriva dopo la consegna degli esiti dei risultati dell’esame del Dna sui resti di saliva repertati sul corpetto di Simonetta. L’ipotesi di una probabile iscrizione nel registro degli indagati era stata già avanzata dal programma Matrix di Enrico Mentana che alcune settimane fa aveva approfondito la questione.

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