Lavavetri, Firenze ci riprova

di Redazione

Tempi duri per i lavavetriDopo la richiesta di archiviazione delle denunce a carico dei lavavetri, formulata dal procuratore capo di Firenze, Ubaldo Nannucci, il sindaco del capoluogo toscano, Leonardo Domenici, ci riprova.

Ed emana una nuova ordinanza, che corregge il precedente vizio di forma, ma che non cambia nella sostanza. Diversamente da quella del 25 agosto, nella nuova ordinanza, intitolata “Tutela dell’incolumità pubblica nelle strade cittadine e agli incroci semaforici”, scompare la dicitura “lavavetri”, e compare quella più estesa di “persone che si avvicinano agli automobilisti, durante talune fasi della circolazione, per offrire attività di pulizia vetri o fari dell’automezzo”. Chi contravverrà alle suddette disposizioni, informa l’ordinanza, sarà punito “ai sensi dell’art. 650 del codice penale, e con il sequestro delle attrezzature utilizzate durante la tenuta dei comportamenti di cui al punto 2”.

Leonardo DomeniciLa necessità del provvedimento, secondo Domenici, è giustificata dal fatto che “negli ultimi tempi, nelle attività sopra descritte, si sono registrati comportamenti in casi sempre più numerosi che hanno generato situazioni tali da mettere a repentaglio l’incolumità pubblica”, e che “l’attività di pulizia vetri o fari dell’automezzo non è più semplicemente offerta, ma di fatto svolta senza alcuna richiesta, talora anche a fronte di un esplicito rifiuto da parte dello stesso automobilista”. Continua, dunque, la marcia legalitaria del primo cittadino di Firenze, intestardito a far rispettare un provvedimento che tutelerebbe l’incolumità dei cittadini, talvolta esposti financo alle molestie, da parte dei lavavetri, attraverso atteggiamenti carichi di “insistenza”. Dal canto suo, il procuratore capo Nannucci, dice che valuterà questo secondo provvedimento sottolineando, riguardo alla precedente disposizione, la difficile «praticabilità del sequestro in via amministrativa degli oggetti utilizzati da chi lava i vetri in strada», posto che la sanzione penale “è praticamente inapplicabile specie nei confronti di persone senza fissa dimora”. Lunedì scorso, si ricorda, c’era stata la richiesta di archiviazione delle denunce ai lavavetri, da parte del procuratore capo di Firenze, motivata dal fatto che “il mestiere girovago di lavavetri è previsto dalla legge come illecito amministrativo e per il principio di specialità non può essere oggetto di illecito penale”. Multa o galera? Il dilemma è servito.

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