Garlasco, nuovo indizio contro Alberto

di Antonio Taglialatela

Alberto StasiGARLASCO (Pavia). Nessuna impronta sul muretto di cinta dell’abitazione di Chiara Poggi, la 26enne assassinata lo scorso 13 agosto. Un elemento che potrebbe inserirsi nella lista di “contraddizioni” contestate ad Alberto Stasi, 24 anni, fidanzato della vittima, finora unico indagato per l’omicidio.

Infatti, durante gli interrogatori, il giovane ha dichiarato che la mattina del delitto, dopo aver cercato invano di contattare Chiara, si era recato alla villetta di via Pascoli, scavalcando il muretto di cinta (ricoperto di marmo) dove, come dicevamo, non sono però state rilevate impronte.

Poi c’è lo strano comportamento che Stasi avrebbe assunto quel 13 agosto: il giovane non si è avvicinato al corpo della fidanzata, nonostante abbia detto di non essere certo se fosse viva o morta, e durante la telefonata fatta al 118 alle ore 14.49, quando era davanti alla caserma dei carabinieri per allertarli, non ha mostrato segni di panico, si è limitato a chiedere “un’ambulanza in via Pascoli” e solo dopo le domande del centralinista ha detto di credere che fosse stata uccisa una persona. Intanto, si attendono i risultati delle analisi effettuate su altre tracce e impronte, trovate sul muro della scala della tavernetta, in fondo alla quale giaceva il corpo di Chiara. Secondo una relazione depositata in Procura, ad uccidere chiara sarebbe stato un uomo. Gli indizi che portano a questa tesi sono due orme di scarpe, piede numero 41-43, impresse sulle macchie di sangue, ritrovate sul tappeto del bagno dell’abitazione, prova che l’assassino, dopo l’omicidio, si è lavato le mani nel lavandino.

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