Caso Fiom, quale futuro per la Cgil?

di Redazione
CGILLa nascita del Partito Democratico ha comportato una grande frattura interna alla CGIL. Il principale sindacato italiano ha sempre avuto una simpatia politica nei confronti del correntone DS, ma con la nascita di Sinistra Democratica, e soprattutto, con la svolta centrista del partito Democratico, ai piani alti l’aria che si respira non è mai stata così avvelenata.
Lavoratori in marciaCosì, l’11 Settembre, è spuntato il primo problema, con la decisione della FIOM CGIL di votare contro l’accordo sul Welfare siglato tra il segretario generale Epifani (Più CISL e UIL) e il governo. Il giorno della svolta c’è stato 24 Luglio, quando, l’ex Diessino Fabio Mussi ha deciso di andare contro il protocollo sul Welfare, una scelta coraggiosa che, se da un lato è stata immediatamente condivisa dai leader della sinistra comunista, dall’altro lato ha spiazzato completamente i leader della CGIL che, tramite Epifani, poche ore prima avevano concluso positivamente la concertazione di quello stesso protocollo. Così da un giorno all’altro la sinistra (forte dell’aiuto dell’ex correntone DS) si è trovata ad avere tra le mani il consenso di una buona parte dei gruppi dirigenti della CGIL e Epifani è stato costretto a rimandare di quasi due mesi (metà Settembre) l’incontro con i direttivi di CISL e UIL. Ma è questa la sfida più importane che la CGIL dovrà affrontare? Il momento è delicato, una svolta a sinistra o al centro potrebbe far saltare gli equilibri precari del governo Prodi, il segretario Epifani non può fare altro che mantenere la situazione in standby aspettando l’evoluzione della “cosa rossa” e del nascente partito democratico ma i lavoratori non sono interessati a queste decisioni, per chi ogni giorno vive a contatto con problemi reali come le morti sul lavoro e gli stipendi da fame, questi discorsi lasciano il tempo che trovano. Basta intervistare un metameccanico o un dipendente pubblico per notare che la CGIL vive una crisi ad ampio raggio: i sindacati sono visti come enormi macchine di potere e i loro delegati, personaggi loschi, corrotti e truffaldini. La vera battaglia che la CGIL dovrà affrontare è quella di riconquistare la fiducia ormai svanita dei lavoratori.
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