Patto segreto in cella con mafia e ’ndrangheta

di Redazione

SandokanUn patto criminale. Un accordo che coinvolgerebbe mafiosi, ’ndranghetisti e camorristi e che punterebbe alla spartizione dei più grossi affari criminali attraverso una compartimentazione dei ruoli. L’argomento, rimbalzato ieri mattina durante i lavori della commissione parlamentare Antimafia quando si è trattato di affrontare l’argomento delle modifiche al 41 bis (regime carcerario di isolamento dei boss mafiosi), è forse il tema più delicato affidato all’attenzione dei parlamentari.

Atti secretati. Ma quel poco che è trapelato basta e avanza, da solo, a tratteggiare uno scenario inquietante. Non è chiaro se lo scenario investigativo prenda in considerazione l’ipotesi che la proposta di creare un supercartello criminale sia partita dall’esterno e poi «introdotta» nelle supercarceri per ottenere l’assenso dei mammasantissima detenuti anche in regime di 41 bis, i superboss di mafia, ’ndrangheta e camorra che sono detenuti; oppure sia nata proprio all’interno degli istituti penitenziari. E non si sa se i termini di un presunto accordo siano stati preceduti (come avvenne in passato) dal dibattito che prevedeva l’eventualità di avviare una trattativa con lo Stato per ottenere in cambio sconti di pena. Fatto sta che, alla fine, sarebbe prevalsa la linea di unire gli sforzi per compartimentare le attività illecite e razionalizzare gli introiti con un sistema «a pioggia» che garantirebbe a tutti guadagni assicurati. Fatto sta che di questo scenario assai inquietante ha parlato, in una pausa dei lavori in Prefettura, il commissario antimafia Emiddio Novi, senatore di Forza Italia. «Questa trattativa – ha detto Novi – dovrebbe portare, se raggiunto un accordo, a una ristrutturazione dei sistemi criminali: i calabresi avrebbero il monopolio del traffico di cocaina, i napoletani di hashish ed erba, i palermitani sarebbero probabilmente quelli che dovrebbero assicurare i rapporti con il mondo imprenditoriale assieme ai calabresi. Uno scenario che potrebbe delinearsi già tra un anno, un anno e mezzo». Il senatore Novi ha parlato anche dello «scenario del sistema criminale in Campania». Per Novi «nel Casertano la camorra va alla ricerca di una più sofisticata organizzazione. Ci sono le nuove leve che hanno capito che i vecchi riferimenti come Zagaria, Bidognetti e lo stesso Sandokan (nella foto) non sono più spendibili. Anzi la presenza di queste persone impedisce rapporti di grosso livello con l’imprenditoria del centro-nord. Perciò ora si punta a superare questo livello, sostituendoli con insospettabili e rimodellando la struttura organizzativa». Nel corso del vertice è emerso infine un’altra emergenza da fronteggiare: a breve molti boss usciranno dal carcere, sia per decorrenza dei termini della custodia cautelare e sia per fine pena. Nomi storici della camorra, sia napoletana che casertana, sono pronti a tornare in libertà. E a cercare posizioni su un terreno che non è mai stato tanto magmatico come in questo momento. E con le porte del carcere potrebbero aprirsi nuovi, temibili scenari criminali.

Il Mattino

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