Parete, l”amministrazione comunale diffida la Seproter

di Redazione

Luigi VerrengiaPARETE (Caserta). Come risaputo, tutto ciò che viene creato dalla classe politica quasi sempre finisce per nuocere il cittadino. Della Seproter, società mista pubblico-privato, che si occupa della verifica dei fumi delle caldaie, ancora oggi i cittadini con capiscono il motivo della sua utilità.

Si è scontrata con il comune di Parete. L’intervento dell’amministrazione guidata dal sindaco Luigi Verrengia, che saggiamente è sceso a fianco dei cittadini, ha portato alla diffida della società, con lettera inviata all’amministrazione della Seproter nel mese di luglio. Pomo della discordia: una legge che obbliga i cittadini dei Comuni al di sotto dei 40mila abitanti a presentare una autocertificazione con un versamento di 10 euro alla società che gestisce la verifica dei fumi. Successivamente, la società, a campione, svolge dei controlli per verificare se quanto riportato dalle autocertificazioni sia corretto. Da qui nasce il problema, poiché i cittadini vengono tacciati di scarsa collaborazione. Ad essi, infatti, sono state inviate delle lettere. “Non sono sicuro – spiega il sindaco – della legittimità dell’atto, le lettere inviate ai cittadini contengono una minaccia d’interruzione sul pubblico esercizio, con ripercussioni anche di carattere penali. Noi sindaci non possiamo intervenire su questa questione perché è di competenza della provincia. Io mi sono attivato a difesa dei miei cittadini, ho mandato una lettera alla società Seproter per avere spiegazioni, oltre alla diffida. Alla fine, come spesso succede, c’è sempre il vizio dello scaricabarile. Mi sono rivolto alla provincia, come mi è stato indicato dalla stessa Seproter, per ottenere dei chiarimenti in merito a questa incresciosa situazione. Spero che qualcuno mi dia spiegazioni, in fondo sto chiedendo solamente di avere una proroga, poiché, credo che il modo con cui sono stati informati i cittadini di queste verifiche, sia del tutto superficiale e fatto in modo scorretto. Non bastavano i manifesti, di cui ho i miei dubbi su quelli che sono stati affissi nel mese di aprile, per cui c’era bisogno di ben altro per informare la cittadinanza che, non era a conoscenza delle verifiche dei fumi delle caldaie”.

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