La camorra si batte con la cultura

di Redazione

Prefetto Maria Elena StasiCASAL DI PRINCIPE. È il prefetto di Caserta, Maria Elena Stasi, a tracciare il nuovo percorso avviato: «L’Università della Legalità, già attiva a Casal di Principe e gli altri beni confiscati alla camorra e di cui si occupa il consorzio Agrorinasce, vanno riempiti di contenuti. Per questo da ora in poi avremo un denso e stimolante programma di eventi culturali e di formazione, destinato soprattutto ai giovani e agli studenti universitari dell’Agro, che si svolgerà proprio a Casal di Principe».

La «prima pietra» del progetto è stata posta ieri mattina in prefettura con la firma di un protocollo d’intesa tra la Prefettura, il consorzio Agrorinasce (rappresentato dal vice prefetto aggiunto Imma Fedele e dal direttore Giovanni Allucci), dal II Ateneo (rappresentato dal rettore Francesco Rossi), dall’Istituto italiano per gli Studi Filosofici (rappresentato dal presidente Gerardo Marotta). Già in novembre la mostra dibattito sul tema «Benedetto Croce: dalla Costituente alla Repubblica», quindi un convegno internazionale sul «Capitale sociale, come crealo e come diffonderlo nella nostra società». Per potenziare la biblioteca di Agrorinasce l’Istituto di Studi Filosofici donerà circa 1000 volumi e verrà attivato un centro studi sui temi della legalità e della sicurezza aperto agli studenti di Giurisprudenza e dell’Istituto di filosofia, oltre ad una banca dati sulle sentenze di camorra in provincia di Caserta. Il II Ateneo, attraverso la Facoltà di Giurisprudenza attiverà un collegamento on-line con la biblioteca di diritto. «È la terza convenzione che firmiamo per l’utilizzo di un bene confiscato alla camorra – ha precisato il rettore Francesco Rossi -, sono fermamente convinto che offrire possibilità reali di formazione è la strada più efficace per isolare i fenomeni camorristici. A Casal di Principe, inoltre, sarà possibile in futuro attivare dei veri e propri corsi, penso a dei Master di formazione post universitaria». Insomma una crescita dell’Università casertana legata al territorio. «In un Ateneo come il nostro – aggiunge il rettore – il territorio gioca in positivo e in negativo. Abbiamo circa 28.000 studenti e, ad esempio, un problema irrisolto sono i collegamenti pubblici tra le facoltà situate nelle varie città e all’interno delle città stesse. Su questo punto ho chiesto invano l’intervento di Comuni, Provincia, Regione, ma il problema resta in tutta la sua drammaticità. Addirittura laddove ci sono i mezzi pubblici non ci sono le fermate nei pressi delle facoltà». Sull’iniziativa che valorizzerà l’Università della legalità si è inoltre soffermata il vice prefetto e presidente del consorzio Agrorinasce, Imma Fedele che riunisce i Comuni di Casal di Principe, Casapesenna, San Cipriano, San Marcellino, Santa Maria La Fossa e Villa Literno: «Il valore aggiunto di questo protocollo d’intesa consiste nel fatto che non è calato dall’alto, ma nasce con enti territoriali e con il contributo di istituzioni che si avvalgono dell’apporto e della collaborazione di tutte le energie locali». Efficace e caustico come sempre il professore Gerardo Marotta: «Solo la cultura, quella fondata sui valori veri, può contrastare il crimine e l’illegalità. Per questo bisogna costruirla con iniziative del genere».

Il Mattino (CLAUDIO COLUZZI)

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