Di Natale sul PD: “Nuovi ideali o vecchia politica?”

di Redazione

Michele Di NataleAVERSA. Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del professor Michele Di Natale, Preside della Facoltà di Ingegneria di Aversa, sulla nascita del Partito Democratico.

Di fronte al grande fermento che in queste settimane si registra intorno alla scelta della “squadra” che dovrà avviare i lavori per la costruzione del Partito Democratico, si avverte la necessità di effettuare in modo più lucido e distaccato alcune considerazioni generali:

– la prima riguarda le motivazioni da cui scaturisce l’esigenza di nuovo partito in un quadro nazionale mai come ora così prolifero di aggregazioni politiche di varie pezzature elettorali. A tale perplessità la risposta più ovvia è quella che la politica italiana attuale, di qualunque espressione ideologica, non è più credibile perché non risponde alle situazioni di difficoltà e disagio della maggioranza dei cittadini e perché sembra non accorgersi che il paese è in fase di declino e, continuando così, rischia di intraprendere una fase di decadenza. E’ un dato di fatto ormai che molti giovani, anziani, lavoratori, professionisti, pensionati sono scontenti, non hanno fiducia del futuro e delle capacità di governo dell’attuale classe politica. Per dirla con Kierkegaard “la nave è in mezzo al mare ed i passeggeri dai megafoni non ascoltano la voce del nocchiero che indica la rotta ma…quella del cuoco che illustra il menu della cena”! Eppure il nostro paese ha il privilegio di essere la culla della civiltà europea, il cuore pulsante della religione cristiana, la patria dei grandi ideali di libertà! Dalle sue solide radici storiche e culturali sono nati grandi pensatori, scienziati, artisti apprezzati in tutto il mondo. Non è pertanto accettabile questo stato di assopimento che vede l’intero paese, ancora oggi ricchissimo di potenzialità umane, in una posizione passiva, inserito si tra il consesso degli stati più industrializzati del mondo ma quasi sempre in una posizione da cenerentola del sistema. Alla luce di quanto detto la vera esigenza non può essere quella di aggiungere un nuovo partito al sistema ma piuttosto quella di far nascere un modo nuovo di fare politica. E se questo modo si chiama Partito Democratico allora il primo compito del PD dovrà essere quello di trasmettere agli italiani tutti, ed in particolare ai più giovani, il coraggio di raddrizzare la schiena curva, alzare alto il capo e riprendere con entusiasmo il cammino per costruire l’Italia del nuovo millennio!

– la seconda riflessione riguarda poi la considerazione che, se in questo tempo si è concluso il periodo storico delle contrapposte ideologie del Novecento è necessario costruire una nuova società che non dimentichi di mettere al primo posto i grandi ideali dell’uomo, la cultura della libertà e la solideriatà tra i popoli. Dunque ulteriore compito del nascente PD dovrà essere quello di lavorare per contrastare il pericolo incombente di una società in cui consumismo, materialismo e negazione dei valori universali rischiano di distruggere la dimensione umana, soffocata dal benessere materiale e da troppe cose inutili che illudono e non appagano i bisogni esistenziali di ciascuno.

– una considerazione ulteriore merita poi il concetto che all’azione politica del terzo millennio viene richiesto di superare l’approccio basato su “economia e società” sostituendolo con quello basato su “ambiente, società ed economia”. L’ambiente non è più un tema di discussione accademica vago o il pretesto per diffondere catastrofismo infondato. La protezione dell’ambiente è un problema vero che non consentirà più la sopravvivenza sul pianeta senza invertire, da subito e senza esitazioni, la rotta dell’attuale sviluppo. I danni dei cambiamenti climatici sono realtà oramai avvertiti da tutti, lo sfruttamento delle risorse è così squilibrato che se tutti i popoli avessero un tenore di vita simile al nostro occorrerebbero tre pianeti come la Terra per soddisfare i fabbisogni dell’intera umanità! Il PD dovrà allora cimentarsi anche con l’arduo compito di impostare la politica nuova partendo necessariamente dallo sviluppo sostenibile e dal rispetto dell’ambiente sulle cui esigenze va costruito un nuovo modello sociale ed economico.

Le premesse perché il Partito Democratico sia il nuovo modo di fare politica che tutti si attendono dovrebbe, credo, partire dalle basi ideali prima descritte. E’ infatti partendo da queste che discende l’approccio ai temi concreti quali quelli della sicurezza, dello sviluppo, del lavoro, del Mezzogiorno, dell’innovazione, della scuola, dell’università, della sanità, della giustizia… e così via.

Una politica di basso profilo basata ancora sulle tessere, sul sistema delle clientele, sul diktat di partito, sugli uomini potenti che fanno politica per mestiere, non può rappresentare più il motore dello sviluppo del nostro Paese, altrimenti il sistema rischia di collassare precipitando in una inevitabilmente spirale di declino. I tempi sono maturi e la misura colma! Mi auguro allora che il nascente partito sia capace di recepire le nuove istanze e dare alla società le risposte attese. In questa direzione ed a queste condizioni sono certo che molti cittadini, compreso lo scrivente, sono disposti a collaborare e lavorare con dedizione per l’atteso novo modello della politica italiana.

Al sistema dei partiti, che in queste settimane sembra preso solo dall’interesse di indicare nomi, scegliere uomini e preordinare chissà quali posizioni strategiche o peggio di potere, vorrei allora far osservare che per preparare del buon pane fresco non occorre solo badare alla farina ed all’acqua ma occorre ricordarsi del lievito!

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