Carleo (Aciad): “Nessuna attenzione per via Diaz”

di Antonio Arduino

Santo CarleoAVERSA. Commercio all’anno zero ad Aversa per mancanza di uomini e di idee. Perché politici e rappresentanti sindacali di categoria perdono di vista il nocciolo del problema, rappresentato dall’alto numero e dalla capillare diffusione sul territorio degli esercizi commerciali.

Dedicando le loro attenzioni esclusivamente a via Roma, via Seggio e via Sanfelice come se gli esercizi presenti nella altre strade della città non esistessero e non contribuissero economicamente a impinguare le casse municipali pagando le tasse dovute. Era questo il pensiero espresso oltre dodici mesi fa da Santo Carleo, presidente dell’Aciad, associazione commerciale imprenditori e artigiani che riunisce i sessanta negozi presenti in via Diaz. “E la dimostrazione della mia tesi sta proprio nell’assenza di attenzione che c’è per i problemi di questa strada, diventata di fatto il biglietto da visita per chi entra o esce dalla città”, aggiungeva, ricordando che dal 2003 giace sul tavolo dell’assessorato al commercio l’ultima delle tante richieste presentate a nome dell’associazione per rinnovare l’aspetto e la fruibilità dell’arteria. “Abbiamo chiesto più volte all’Amministrazione – ricordava Carleo – di migliorare innanzitutto il sistema fognario, aumentando il numero di caditoie, affinché nei giorni di pioggia via Diaz non si trasformi in una serie di pozzanghere, e di dotarla di un minimo di arredo urbano, come getta carte e panchine, affinché sia più vivibile”. “Inoltre – continuava – abbiamo chiesto la sostituzione dei lampioni esistenti con altri capaci di fornire un’illuminazione più efficace, realizzati sullo stile di quelli installati in via Roma, affinché siano anche belli a vedersi. Puntando al rinnovamento di una strada che è sicuramente tra quelle più importanti per il commercio locale. Invece niente”.

Qual è oggi la situazione? “Ad oggi –dice Carleo – le nostre richieste non hanno avuto risposta, a dimostrazione di quanto e di come i politici e i sindacati che ci rappresentano abbiano a cuore i problemi del commercio e prendano in considerazione i suggerimenti di chi i problemi li vive sul campo. E la conseguenza di questo è che, nel corso dell’anno, ben tre esercizi hanno chiuso i battenti, mentre altri si apprestano a farlo”. Eppure la soluzione c’è, è a portata di mano ed è stata indicata più volte dall’associazione. “Basterebbe attivare l‘isola pedonale, nei giorni prefestivi e festivi, nel tratto di strada compreso fra via Corcioni e via Andreozzi, come abbiamo chiesto tantissime volte, e il gioco è fatto”, afferma Carleo, ricordando che quando, alcuni anni fa, “l’isola” fu effettuata in maniera sperimentale vi fu un vero e proprio un bum di vendite. Una ripresa che andò oltre ogni più rosea previsione. “Così come la proponiamo, l’isola pedonale – riprende il presidente dell’Aciad – sarebbe la naturale continuazione di quella attivata in via Roma, via Sanfelice, via Seggio e permetterebbe ai cittadini di fare shopping in sicurezza in tutto il centro storico”.

Invece niente. Nei prefestivi e festivi via Diaz, già trafficata moltissimo nei giorni feriali, diventa una bolgia infernale per le tante, troppe automobili che sono obbligate a percorrerla mettendo a rischio l’incolumità di chi vi si avventura per lo shopping. “Sicuramente – riprende Carleo – questo è un dato di fatto che va tenuto in considerazione, ma fino ad oggi nessuno, né politici e né sindacati, compresi i vertici provinciali dell’Ascom Confcommercio, ci ha ascoltato. Le uniche loro preoccupazioni sono per via Roma, via Seggio e via Sanfelice. Possibile che con 1860 negozi esistenti sul territorio ci si pensi che il rilancio del commercio possa avvenire solo puntando su quelle tre strade? Se l’Amministrazione utilizzasse a favore del commercio soltanto una piccola percentuale delle risorse economiche che arrivano alle casse municipali attraverso le imposte versate dai commercianti probabilmente – conclude – vedremo una rivoluzione complessiva delle attività commerciali, sia nel centro storico sia nelle periferie, dove ci sono commercianti con gli stessi diritti di quelli presenti nel centro storico. E magari la rivoluzione potrebbe partire proprio da via Diaz”.

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