Udc, test antigroga davanti alla Camera. Verdi: “Ipocrisia”

di Redazione

Casini effettua test antidrogaROMA. Ignaro di ciò che sarebbe accaduto pochi giorni dopo ad un esponente del suo partito, Pierferdinando Casini aveva annunciato, la scorsa settimana, l’iniziativa di oggi. Un test anti-droga, fuori l’entrata della Camera. Un modo per sottolineare l’impegno, da parte del suo partito, di combattere l’uso di stupefacenti.

Prima ancora che nella società civile, tra i parlamentari. Un modo per restituire credibilità e trasparenza ad una classe politica accusata trasversalmente di predicare bene e razzolare male. Alle 9:30 circa, Casini arriva seguito da un nutrito gruppo di parlamentari, pronto a districarsi amabilmente tra siringhe, infermiere, e tamponi. Il tutto su di un pulmino, fuori al quale è stato montato un gazebo, con delle sedie. Il caldo e la fila lo impongono. Insieme a Casini, anche Cesa, Buttiglione e altri membri dell’Udc. Le domande dei giornalisti non possono sorvolare sulla singolare e rapida successione degli eventi. Il caso Mele è ancora fresco. Ma Casini mette in chiaro: “E’ un fatto doloroso, che ci ha molto amareggiato, ma è un fatto privato che non può in alcun modo inficiare il partito”. Sulla falsariga dell’ex presidente della Camera si pone Rocco Buttiglione, che accusa: “Non si può sputtanare un partito per l’errore di un singolo uomo che tra l’altro non è neppure un massimo dirigente. Attaccare l’Udc è Parlamentari dell'Udc al test antidrogada infami. Qual è il partito che non ha un drogato, un corrotto, un mafioso o un camorrista?”. La priorità, per tutta la classe politica, – dice – deve essere “la selezione morale”. Presenti molti esponenti dell’Udc, qualche forzista, pochi del centro-sinistra. In tarda mattinata, dopo una nota dell’Udc firmata Volontè, che denunciava l’assenza di An dall’iniziativa, spunta Ignazio La Russa, seguito da una piccola schiera di aennini. “Se quelli dell’Udc volessero davvero farci un test anti-droga serio – dichiara il coordinatore nazionale di An – dovrebbero fare quello tricologico, perché questo che hanno improvvisato ora, qui davanti, non serve proprio a nulla. Un qualsiasi tossicodipendente, informato 48 ore prima, potrebbe superare tranquillamente questo test”. Il test, sostiene ragionevolmente La Russa, si basa sul controllo incrociato di saliva, sangue ed urine, e può essere facilmente superato. Soprattutto se dell’iniziativa ne si viene a conoscenza una settimana prima.

Parlamentari di sinistra con pere e preservativiVerso le 12, poi, c’è il “blitz” dei Verdi. Armati di preservativi e di pere, sdoganando lo slogan “Le pere è meglio mangiarsele che farsele”, Paolo Cento, Luana Zanella, Grazia Francescato, Paola Balducci, Franco Grillini (Sinistra democratica) e Donatella Poretti (Rosa nel pugno) si fanno avanti sorridenti. È evidente l’intenzione di sbeffeggiare l’iniziativa. “Denunciamo l’ipocrisia di questo test: come quelli antidoping bisognerebbe farli al sabato, non di mercoledì. La sfida all’Udc è di fare il test a sorpresa, un sabato deciso dai giornalisti”. A fine giornata, si contano 70-80 aderenti all’iniziativa promossa. Difficile, tuttavia, credere che chi ha fatto uso nelle scorse 48 ore di sostanze stupefacenti possa averne volontariamente preso parte.

Intanto, sul caso Mele, è da segnalare che la procura della Repubblica di Roma ha formalizzato il reato, relativo al festino hard della scorsa notte, in “cessione di sostanze stupefacenti”. Secondo Francesca, la donna che accompagnava Mele e che fu vittima di un malore, fu lo stesso deputato a fornire la droga. Verranno, nei prossimi giorni, sentiti prima la seconda donna e poi lo stesso ex-parlamentare.

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