Marocco, kamikaze si fa esplodere davanti a pullman di italiani

di Antonio Taglialatela

Meknes - MaroccoMAROCCO. Si è fatto esplodere con una bombola di gas a Meknes, città imperiale nel sud del Marocco, davanti ad un autobus con a bordo dei turisti italiani, fortunatamente senza causare danni.

L’aspirante kamikaze non è morto, ma nell’esplosione ha perso un braccio ed ora è ricoverato in ospedale con ferite gravi. L’uomo, 25 anni, la cui identità ancora non è nota, ieri mattina si era avvicinato all’autobus con la bombola quando il conducente lo ha notato ed ha allertato la polizia. Vedendosi isolato e braccato, ha fatto comunque brillare un dispositivo che era collegato alla bombola. Secondo l’agenzia marocchina si è tratta di un tentativo isolato e disperato, mentre nel paese è in atto un rafforzamento delle misure di sicurezza, con le forze dell’ordine che colpiscono duro tra le fila degli estremisti, soprattutto dell’organizzazione Salafia Jihadia. I servizi di sicurezza sarebbero comunque alla ricerca di due persone. Si tratta del primo attentato registrato in Marocco da quando, lo scorso 6 luglio, il governo ha deciso di alzare al massimo il livello d’allerta per fronteggiare la minaccia terrorista nonché da quando, lo scorso 14 aprile, due kamikaze si erano immolati nel centro di Casablanca, vicino al consolato americano, anche loro senza causare vittime. La morte dei due era avvenuta al termine di una settimana di psicosi terroristica nella capitale economica marocchina, durante la quale quattro terroristi jihadisti si erano fatti saltare per aria, braccati dalla polizia in un quartiere popolare. Un agente era morto a causa di una delle esplosioni suicide. Tutti gli attentati, insomma, sono stati commessi con bombe artigianali di scarsa potenza – una bombola a gas a Meknes, una miscela a base di concime a Casablanca – e in tutto hanno causato un solo morto: in confronto, ad Algeri i due terroristi kamikaze che hanno colpito negli stessi giorni (l’11 aprile) hanno fatto almeno 33 morti. In ogni caso lo stillicidio di violenza jihadista, così come la volontà dei terroristi di colpire l’industria turistica, creano in Marocco un clima di preoccupazione nell’opinione pubblica, a meno di un mese dalle elezioni politiche del 7 settembre prossimo.

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