Il Napoli stecca al debutto in casa contro il Cagliari

di Redazione

LavezziNAPOLI. Il ritorno nella massima serie dei partenopei è da dimenticare, la partita con il Cagliari lascia l’amaro in bocca a 50.000 spettatori venuti a sostenere la squadra in una giornata di caldo tropicale. Le due curve sono sempre uno spettacolo unico ed il ritorno dei striscioni colora di nuovo d’azzurro le gradinate.

SepeLe buone prestazioni estive hanno portato molto entusiasmo ed il pubblico è quello delle grandi occasioni. Oltre allo scontato galà delle personalità ( il guardasigilli Mastella, il p.m. Woodcock e il cardinale Sepe), pronte a partecipare all’evento, sono gli affezionati di sempre ad incitare realmente gli azzurri che partono abbastanza bene. In Curva A viene attribuito il giusto riconoscimento ad uno dei gruppi organizzati storici del tifo napoletano, i Vecchi Lions, che a giorni festeggeranno il loro quindicesimo “compleanno”. Reja deve disegnare una difesa d’emergenza, orfana dei pilastri Cannavaro e Domizzi, con un Cupi incerto, Maldonado smanioso ed il neoacquisto Contini. A centrocampo stazionano Gargano, Blasi e Hamsik, mentre la spinta delle fasce è affidata a Savini e Garics. La coppia d’attacco in partenza è Lavezzi- Calaiò. Il caldo è però il padrone assoluto della giornata, quasi 40 gradi, il gioco è perciò difficoltoso soprattutto in una fase, nella quale la preparazione atletica è ancora in rodaggio. Il Napoli marca una maggiore presenza in avanti, con un attacco tecnico ma forse troppo leggero per insediare le difese della Serie A. Blasi ringhia contro gli avversari ma spesso si lascia andare ad interventi tanto duri quanto inutili. I ritmi sono sonnolenti, giocare d’agosto alle 15 in un paese mediterraneo è una follia tutta italiana. Il Cagliari gioca tutto dietro la linea della palla con il solo Matri come punta, spalleggiato da Foggia e Fini. In pratica è un 4-5-1. A centrocampo c’è quindi una gran folla, il Napoli controlla le operazioni ma non trova nessuno spazio importante. Nel secondo tempo Reja capisce che l’attacco è di poco peso così toglie Calaiò per inserire Zalayeta. Il cambio sembra possa dare i suoi frutti già nei primi minuti con Lavezzi più a suo agio accanto al ex centravanti juventino. Ma d’improvviso gli azzurri perdono la bussola per 10 minuti che risulteranno fatali: uno scambio Foggia – Fini mette Matri solo d’avanti a Iezzo, la rete è inevitabile. Poco dopo Foggia fa i suoi comodi sulla destra, Savini è titubante e permette al cagliaritano di entrare in area di rigore, dove inopportunamente va al contatto regalando la massima punizione. Lo stesso Foggia la realizza e affossa l’incontro. Una doccia gelata ammutolisce solo per un attimo il cuore del San Paolo, i supportes azzurri probabilmente sono svegliati bruscamente da un dolce sogno. Dopo due anni e mezzo lo stadio di casa non è più inespugnabile. Reja a quel punto butta dentro anche De Zerbi e Bogliacino, ma manca la condizione fisica per recuperare uno svantaggio così netto. Solo Hamsik, il migliore tra i napoletani, continua a macinare colpi con verticalizzazioni e cambi di gioco repentini. Inoltre di testa colpisce il palo interno con Fortin dall’altra parte della porta, poi lo stesso portiere sardo negerà il goal al giovane talento slovacco nel finale della gara.MatriLa direzione arbitrale, inoltre, è stata contestatissima, Bergonzi di Genova è parso inesperto nel gestire gli umori del campo, nel secondo tempo ha fischiato qualsiasi contatto e in alcune occasioni importanti ha dimenticato la regola del vantaggio. L’arbitro di certo non è stato casalingo. Dunque si inizia con un 0-2 durissimo, ma il pubblico a fine gara applaude e incita la squadra che mestamente rientrava negli spogliatoi, il sostegno dei tifosi sarà un’arma fondamentale. Il cammino comunque inizia in salita, soprattutto in vista delle prossime due partite: a Udine e in casa con la Sampdoria. In sostanza il Napoli dovrà affrontare le possibili rivelazioni di quest’anno in due match consecutivi e già con la necessità di fare punti. La Serie A è tutta un’altra storia, per salvarsi i partenopei dovranno mettere umiltà, cuore ed orgoglio.

LE PAGELLE DEGLI AZZURRI:

Iezzo 6, i due goal che subisce non può evitarli si riscatta con un ottimo intervento su un tiro potente da fuori e con una parata su una punizione ben colpita.

Contini 6, è il suo esordio al San Paolo, la tensione è comprensibile; nel primo tempo si mette in mostra con dei buoni recuperi su alcune disattenzioni dei compagni; dal 10’ st al suo posto De Zerbi 5,5, il fantasista si mette insieme a Lavezzi alle spalle di Zalayeta, ma in quel momento la squadra balla. Può poco.

Maldonado 5-, Reja gli affida una grossa responsabilità: gestire la retroguardia. Ma il paraguaiano manca di piedi vellutati e i suoi migliori interventi sono solo quelli di prima o a spazzare, sulla prima rete sbaglia completamente i tempi del fuorigioco.

Cupi 5, incomincia bene o forse sono i rossoblu ad essere inesistenti nella prima frazione. Dopo il primo svantaggio quando la difesa passa a quattro è troppo incerto. Forse semplicemente non è un calciatore da A.

Garics 5, la giovane promessa austriaca manca ad un appuntamento importante. Impalpabile.

Blasi 6, ha forza e sulla mediana si fa rispettare ma eccede negli interventi duri, probabilmente gli manca ancora la condizione fisica, al 25’ st entra Bogliacino 6, inspiegabile la sua assenza dal primo minuto contro un Cagliari venuto a prendersi il pareggio, la sua tecnica ed i suoi inserimenti potevano aiutare a trovare maggiore profondità. Quando entra si sbatte ma i giochi sono oramai fatti, i compagni demoralizzati dalla beffa e dal clima.

Gargano 5,5, non inizia male anche se spesso rallenta il gioco, in ogni modo mette ordine d’avanti alla difesa. Ma nel secondo tempo crolla anche lui, il doppio svantaggio lo stordisce ed incomincia ad incaponirsi in orpelli inutili spesso regalando palla agli avversari.

Hamsik 6,5, gli è mancato solo il gol, ottima prova del numero 17 pronto a diventare nei prossimi anni uno dei migliori centrocampisti d’Europa. Ha tutto: visione di gioco, tecnica e capacità di inserirsi. Sfortunato.

Savini 4,5, giocare sulla fascia non è il suo ruolo ma l’allenatore continua a schierarlo come laterale, non va mai al cross e l’errore nell’occasione del rigore è inenarrabile.

Calaiò 5, il palermitano oggi non è in giornata e si vede, soffre il ruolo che gli è stato prescritto. Non è un centravanti, per esprimersi al meglio deve avere la possibilità di svariare sul fronte offensivo, non può fare lui la punta di riferimento; dall’inizio st subentra Zalayeta 5,5, entra nel momento in cui la squadra crolla fisicamente ma la sua prestanza e i suoi movimenti mostrano di che pasta è fatto.

Lavezzi 6, è un giocoliere, ha dei grandi colpi e nel primo tempo ne sfoggia alcuni, saltando l’uomo e cercando i compagni in area che però latitano. Forse è uno dei pochi che già è in condizione, lo dimostra con un grande recupero su Lopez in pieno secondo tempo. Deve solo abituarsi al calcio europeo.

Reja 5,5, l’allenatore oggi ha commesso alcuni errori nel valutare la gara. Probabilmente si poteva azzardare di più, partendo con uno solo tra Gargano e Blasi e con Bogliacino e Hamsik a pungolare gli avversari venuti a San Paolo senza troppe pretese. Insiste con Savini sulla sinistra, ma il giocatore non riesce proprio ad abituarsi in questo ruolo, continua così uno dei leit motiv della passata stagione. Con un centrocampo più tecnico avrebbe avuto anche la possibilità di schierare dal primo minuto una punta di peso. Ma oggi il caldo, l’arbitro e un pizzico di sfortuna lo assolvono parzialmente.

Murales

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