La Metropark, il parcheggio, il cantiere e i politici aversani

di Redazione

Lavori P MazziniAVERSA. Sembrava una grossa novità quando lo hanno aperto, 30 anni dopo al resto del mondo anche ad Aversa è stato istituito un parcheggio automatizzato, una novità che i “politici” comunali avevano sbandierato come chissà quale innovazione fosse arrivata, per adesso, tolte le apparenze, è solo una vera e propria tortura cinese.

Il parcheggio è dotato di apparecchi che all’entrata forniscono ticket per l’ingresso, con pagamento elettronico all’uscita. Per pagare si deve infilare il ticket negli apparecchi e quindi introdurre monete e banconote, compiuta l’operazione la sbarra si apre e si può andare via. Il costo varia a seconda del permanenza in sosta dei veicoli. Così dovrebbe funzionare se tutto fosse normale, ma la normalità è un optional, all’entrata come abbiamo verficato, alla presenza di un testimone, spesso gli erogatori dei ticket vanno in tilt, le sbarre non si aprono e si crea una fila di auto, proprio lungo quel tratto dove vige il divieto di sosta e fermata, applicato tanto solertemente dagli agenti della Polizia Municipale di Aversa che ben soddisfano il Comandante Guarino. La fila si crea letteralmente nel cantiere che è diviso con una rete di recinzione non illuminata nelle ore notturne, il serpentone di auto arriva fino alla rotonda creando a volte degli ingorghi. Si deve aspettare che un addetto che arriva dall’altro lato del parcheggio, venga a sbloccare e poi si accede, e nel frattempo si perde il treno. Le associazioni dei consumatori tanto attive ad Aversa, dove sono, i loro avvocati cosa fanno? Chissà, speriamo non si siano omologate al piccolo cabotaggio della politica locale. Ma non è finita quì, giovedì 23 abbiamo sperimentato, l’inferno dell’ all’uscita. Le macchinette per pagare non funzionavano, mangiavano i soldi, faceva caldo e non si spaeva come uscirne, gli automobilisti in preda a crisi isteriche finalmente hanno visto un salvatore spuntare dalle lamiere, era un addetto della Metropark, che di fronte alle proteste dei resenti ha detto che ci stava “solo aiutando”, dopo vari toccamenti delle macchinette si è rassegnato e quindi trascosi una ventina di minuti di prigionia ci ha fatti uscire gratis, fortuntamente. Non c’era nessun numero a cui chiamare per protestare e chidere lumi, la Metropark è a Roma, eppure tutta la segnaletica nella zona, su richiesta della stessa azienda è stata modificata per agevolare i lavori del cantiere che essa stessa sta gestendo. Questo è il biglietto da visita che Aversa ha offerto a chi in quest’estate ha deciso di venirla a vistare, e che giustamente non ritornerà mai più con un danno anche economico aggiuntivo per chi ad Aversa ha il coraggio di viverci ancora. I politici locali specie quelli di maggioranza tacciono, eppure leggendo l’ordinanza e vista l’attenzione della Polizia Muncipale verso questo strano cantiere, dovrebbero avere un filo diretto con Metropark. Forse è comprensibile il loro silenzio, vi immaginate un amministratore locale aversano a polemizzare ed a pretendere maggiore serietà da un’azienda di rilievo nazionale, il lessico potrebbe essere assai diverso da quello solito che si usa in Piazza Municipio. Oppure si deve ritenere che il “potere” aversano abbia deciso di essere ossequioso rispetto a Metropark, e se fa così, perchè lo fa?

Salvatore Pizzo Corriere di Aversa e Giugliano.it

Sul sito del giornale on line è visibile anche il servizio fotografico

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