Sud, la “Terra di Nessuno”

di Redazione

il ponte del GariglianoC’è un fiume che separa il Lazio e la Campania, si chiama Garigliano, un fiume che separa l’Italia in due, una frontiera come quella esistente in Terra Santa, una sorta di “Striscia di Gaza” nostrana. Da un lato, andando verso Nord, c’è la “bella Italia”, scendendo giù si entra nella “terra di nessuno”.

Quel fiume rappresenta la divisione simbolica del Belpaese, il nord terra di sviluppo, di legalità; il sud terra del malaffare, del sottosviluppo, delle emergenze rifiuti. Una terra abbandonata a se stessa che non ha nessuna speranza di poter riemergere dal ghetto della separazione. Il Parlamento Italiano ha una folta schiera di senatori e deputati eletti al sud, ebbene, questo esercito di rappresentanti, di queste terre martoriate, non è stato in grado di portare un miglioramento al territorio che rappresentano. Sono presenti, come succede anche nel resto del Paese, nelle campagne elettorali, una volta eletti diventano nebbia che si schiarisce soltanto nelle prossimità di un nuovo appuntamento elettorale. Mentre quella parte di terra, la più bella d’Italia, dal dopoguerra ad oggi marcisce lentamente. Non c’è da criticare chi scrive, è un commento serio ed onesto di chi svolge un ruolo importante in  questa società come il giornalismo, alla ricerca della verità, soprattutto alla ricerca della sofferenza della gente del sud per metterla all’attenzione di chi gestisce le loro sorti. Queste terre sono simili alla Palestina, sono le “terre di nessuno”. Lo sanno i politici, “credo proprio di sì” che il sud combatte contro situazioni di precarietà che rendono la vita dei cittadini impossibile. Non è una cosa che sto dicendo io, lo sanno in tutto il mondo che in una parte dell’Italia ci sono l’illegalità diffusa, il sottosviluppo, la disoccupazione, carenza di servizi, una burocrazia lenta, infrastrutture fatiscenti. Sono dati a conoscenza di tutti, eppure la classe politica non è riuscita a risolvere questi problemi. C’è una disoccupazione diffusa che coinvolge tutte le regioni del sud, non c’è lavoro perché al sud non si è saputo creare nulla per mettere in condizione la gente di avere un lavoro stabile, o meglio, perlomeno sognare di averlo! Gli imprenditori del nord hanno percepito finanziamenti per la concentrazione di aree produttive del meridione, sistematicamente dopo pochi anni hanno chiuso i battenti e sono andati via. Perché la classe politica non ha mosso un dito affinché tutto ciò non succedesse? Sono tante le domande che la gente si pone, purtroppo restano sempre senza risposte perché c’è una classe politica impegnata in altre faccende “come costruire nuovi partiti” e non ha il tempo per guardare in faccia alla realtà. La realtà è ben diversa da quella che si vuole far credere, c’è in atto una crisi nelle famiglie che fa paura, tutta colpa del tanto osannato euro che sta trascinando il paese verso la povertà. Le famiglie sono costrette a fare dei veri e propri salti mortali per arrivare alla terza settimana del mese, la quarta si tappano in casa in attesa che passi il prima possibile, il sud ne sta pagando le spese maggiori poiché già vive una crisi perenne. C’è un altro dato preoccupante che la classe politica fa finta di ignorare: le famiglie contraggono debiti con le banche o istituti finanziari per pagare i debiti accumulati con l’erario, per salvare quella misera casa che hanno costruito con enormi sacrifici e se la vedono pignorare dalle società di riscossione. Ebbene è così, pagare le tasse e le bollette è diventato un problema increscioso per tutte le famiglie, non solo quelle del sud, questo problema investe un pò tutto il paese. Accumulano tante bollette, quando arrivano ad un certo punto ricorrono ai prestiti  per debellare il pacchetto di debiti contratto con l’erario. Il cittadino si indebita per venire incontro alle tante richieste di pagamento. Il cittadino soffre e la politica e i politici sfruttano le loro risorse mentali per costruire nuovi partiti che, in effetti, non danno nessun giovamento, poiché sono uguali ed identici a quelli che hanno mandato in pensione. Gli uomini sono gli stessi, le idee pure, allora a cosa servono nuovi partiti? I nostri cari politici devono imparare ad andare per le strade, chiedere alla gente come sta vivendo, capire i loro problemi, solo così possono comprendere che i cittadini stanno soffrendo ed è inutile chiedergli ulteriori sacrifici, perché non sono più nelle condizioni di poterli onorare. Al popolo italiano e a quello martoriato del sud gli resta soltanto la dignità e l’orgoglio di essere Italiani, il resto è solo immaginario che continua a guardare al futuro con scetticismo, visto che i risultati non arrivano mai, particolarmente in questa “terra di nessuno” dove dal dopoguerra ad oggi si è saputo costruire soltanto fabbriche d’illusioni.

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