Dopo l’appello di Cipullo (Asi) intervengono gli industriali

di Redazione

Industriali CasertaCASERTA. «C’è uno strumento urbanistico obsoleto che rende difficile, se non proprio impossibile, nuove iniziative industriali sul territorio». All’indomani dell’intervento del presidente del Consorzio Asi, Corrado Cipullo, il quale ha lamentato ritardi nell’iter per l’approvazione del nuovo prg (attualmente è in vigore quello di quaranta anni fa, appena prorogato dal Consiglio regionale: adesso si attende l’ok della Provincia) e accusato la classe politica di non avuto «la consapevolezza sui mutamenti del nostro territorio», non potevano mancare le riflessioni degli imprenditori, ovvero dei diretti interessati.

Carlo Cicala, presidente di Confindustria Caserta, prima di entrare nel merito, però, snocciola alcuni dati. «Secondo un recente studio dell’Istituto per la promozione industriale – dice – più della metà di circa 520 ettari di aree industriali disponibili in Campania si trovano nella nostra provincia. Si tratta di 275 ettari, per lo più concentrati tra le zone Zona ASIVolturno Nord, con 135 ettari, e Aversa Nord, con 140, e con appezzamenti significativamente appetibili a ridosso del Cira di Capua e dell’interporto, tra i comuni di San Felice a Cancello e Maddaloni. Sembrerebbe una grande quantità di aree industriali ma non è così se si confronta il dato campano con la disponibilità di terreni offerti in Sicilia, con 1.788 ettari, la Puglia, con 1.396, o la Calabria, con 950, e perfino con la Basilicata, con 901 ettari. Ed è di questo dato che bisognerà tenere conto nei ragionamenti di competitività territoriale». Cicala, poi, dopo aver riconosciuto che gli imprenditori possono contare su «una maggiore dotazione infrastrutturale», affronta il problema dell’acquisizione dei terreni. «Saranno almeno venti anni – continua – che l’associazione degli industriali casertani lamenta non poche difficoltà e pastoie varie per acquisire il terreno da destinare a nuove iniziative imprenditoriali. Ma attenzione. Parlo di imprese industriali, per le quali si giustifica, per così dire, l’esistenza di un’agenzia importante come l’Asi, non a caso a ciò preposta, e il cui scopo dovrebbe essere anche quello di promuovere, con le necessarie infrastrutture di base, pure un’efficace azione di marketing territoriale. E non solo a livello nazionale. Imprese industriali, ripeto, e non commerciali come pure sta avvenendo con troppe e frequenti deroghe rispetto alla vocazione precipua di queste aree». Ma, nonostante l’affondo, assicura che Confindustria «continuerà a dare il suo contributo alla discussione come, d’altronde, è stato fatto nei mesi scorsi quando la commissione, che ha lavorato alacremente alla problematica, ha fornito precise indicazioni, che ci auguriamo siano recepite nella redazione dello strumento urbanistico». «In questa logica – conclude Cicala – e tanto più alla luce della profonda complementarietà territoriale che contraddistingue ormai la provincia di Caserta rispetto a quella di Napoli, non solo il Prg dell’area industriale di Terra di Lavoro va sollecitato ma anche approvato, tenendo conto sia delle trasformazioni urbanistiche intanto avvenute sia delle nuove direttrici di sviluppo in atto. Bisogna ragionare, insomma, non soltanto nell’ottica di ciò che è avvenuto più o meno spontaneamente, ma soprattutto nella prospettiva di quello che sarà, anzi, di quello che una intelligente e preparata classe dirigente pensa dovrà essere».

Il Mattino (ANDREA FERRARO)

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